Editoriali / Valchiavenna
Martedì 19 Marzo 2019
A Piuro riemerge l’antico acquedotto
Durante gli scavi di ripulitura del Mera ieri sono riaffiorati tratti in pietra ollare - Dieci metri che si aggiungono a quelli trovati nel 1988 - Furono sepolti dalla frana del 1618
«Sensazionale! Negli scavi di ripulitura della Mera sono emersi questa mattina nuovi tratti dell’acquedotto risalente a prima della frana del 1618 Probabilmente sono la continuazione di quello trovato nel 1998». Ad annunciare ieri via Facebook l’importante ritrovamento il sindaco di Piuro, Omar Iacomella. Trentun anni dopo, esattamente dove era già stato trovato un tratto di acquedotto in pietra ollare, grazie ai lavori in corso nel Mera per rimuovere il materiale che si è riversato nell’alveo a seguito della frana del Cengalo nell’agosto del 2017, sono stati trovati nuovi metri di questo acquedotto. «Ci piacerebbe adesso - spiega Iacomella -, in coordinamento con la Soprintendenza archeologica, capire se ci sono possibilità per indagare ulteriormente nell’alveo del fiume Mera. Intanto abbiamo già raggiunto un obiettivo: far risorgere ancora una volta Piuro grazie agli scavi archeologici». A sottolineare l’importanza della scoperta Gianni Lisignoli, presidente dell’Associazione italo-svizzera per gli scavi di Piuro.
«Questo ritrovamento - spiega - viene a conferma dell’importanza dell’acquedotto di servizio all’antico palazzo Vertemate di Piuro. Nell’88 avevamo trovato un pezzo di acquedotto che riteniamo, per la località in cui è ubicato, andasse a servizio della fontana a zampillo che si vede sui dipinti dell’antica Piuro. All’epoca a un certo punto avevamo dovuto interrompere le ricerche perché si era ormai a fine aprile e c’era una previsione di piene improvvise sul fiume per disgelo e temporali. Una serie di informazioni sulla lunghezza di questo acquedotto ci mancavano. Avevamo tolto dal fiume oltre 50 metri di condotta d’acquedotto ma una parte era rimasta sotto e non ne conoscevamo la dimensione».
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