Economia
Venerdì 15 Novembre 2024
Young, fiducia ai giovani «Più che nel passato scelgono il loro futuro»
L’inaugurazione Edizione numero 17: prima giornata con migliaia di ragazzi L’assessore Fermi: «La rassegna diventerà riferimento per tutta la regione»
Si è alzato ieri mattina il sipario su Young, il Salone internazionale dedicato all’orientamento Scuola, Formazione, Università e Lavoro giunto alla diciassettesima edizione.
«L’obiettivo è evitare la dispersione scolastica»
I padiglioni del centro espositivo Lariofiere hanno iniziato ad accogliere migliaia di giovani chiamati a scegliere il loro percorso di studi dopo la terza media e post diploma o che stanno per affacciarsi al mondo del lavoro. Presenti quasi 200 realtà italiane ed estere, con la crescita del numero di Its che partecipano con i loro stand, accanto a quelli di tutte le università lombarde, ma anche di numerosi atenei con sede nel resto d’Italia e dall’estero.
Valori e attese
Ad aprire la nuova edizione il convegno “Generazioni Z e Alpha, tra ricerca di stabilità e voglia di cambiamento”, durante il quale si è parlato dei valori e aspettative dei giovani e cosa li differenzia dalle generazioni precedenti.
In vetrina duecento realtà tra scuole e imprese»
«Questo è un momento importante per il territorio e per i nostri ragazzi – sono state le parole di Fabio Dadati, presidente di Lariofiere -. Young cresce ulteriormente, fa un altro step: era partito come orientamento per le scuole superiori, poi è andato verso l’università e mondo del lavoro. Quest’anno apriamo ancora di più all’università e ricerca e Young diventa salone dell’orientamento regionale. Si parla di Generazione Z, Alpha, io ho questa idea: i ragazzi oggi sono molto bravi, hanno molta attenzione. Young è la cartina tornasole della voglia dei giovani di capire cosa vogliono fare. Anni fa non eravamo così attenti. Poi ci sono differenze nel modo di vivere rispetto al passato. Ringrazio tutti e iniziamo Young con molto ottimismo per il futuro, vedendo qui così tanti ragazzi». La compartecipazione di Regione Lombardia, con l’Assessorato all’Università, Ricerca e Innovazione, è tra le novità di spicco del Salone e numerosi sono gli eventi organizzati dalla Regione che si svilupperanno durante le giornate della manifestazione. «Questa fiera fa parte della mia storia, ormai è quasi maggiorenne – ha evidenziato Alessandro Fermi, assessore regionale all’Università - negli anni è sempre più cresciuta e ora che ho questo ruolo in Regione ho voluto dare ulteriore benzina. L’ambizione è che diventi un riferimento per tutta la Lombardia e questa è la prima edizione in cui l’ente partecipa non solo a livello economico, ma anche come stimolo e spero che le famiglie possano cogliere questa opportunità. Crediamo molto in questo momento, portando un ampio panorama che consenta di avere elementi in più per decidere il percorso di crescita. L’ambizione è di far capire a ragazzi e famiglie come è cambiato il mondo del lavoro negli ultimi dieci anni, un messaggio importante che Young deve provare a dare». E ha aggiunto: «Serve qualche sforzo culturale per far capire che la formazione tecnica è altrettanto importante. La terza missione è sull’ambito di imprese e mondo delle professioni, per far capire come è cambiato l’approccio dei ragazzi al mondo del lavoro. I giovani vogliono salvaguardare alcuni ambiti di vita e le aziende si devono preparare e adeguare a questo cambiamento rispetto alle aspettative dei nuovi assunti. Durante Young ci saranno momenti belli riguardo le nuove tecnologie, soprattutto con l’intelligenza artificiale per capire com’è entrata nella vita. Un’occasione utile per comprendere cosa abbiamo di buono in Regione Lombardia sull’ambito della formazione, che è di assoluta qualità. Non ci sono scelte di serie A o B, ma solo seguire le proprie inclinazioni».
Lo scenario
Presente anche il provveditore Giuseppe Bonelli. «Serve fare una riflessione sulle vocazioni e le aspirazioni dei nostri ragazzi – ha sottolineato nel suo intervento - non solo per un corretto percorso di scelta della scuola e poi post diploma. L’orientamento innanzitutto è evitare la dispersione e restare a scuola il giusto tempo. Poi c’è il post diploma, sappiamo del mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Non è più solo un problema di occupazione, ma anche di competenze. A scuola non si va per imparare un mestiere, ma per imparare a imparare. Non si sa quale sarà il lavoro che si farà domani e non sarà lo stesso per tutta la vita, evolve e cambia. La scuola stessa è cambiata tanto; quella che abbiamo fatto noi negli anni ‘70/’80 diplomava il 48% della popolazione, oggi diploma più dell’85%. La nostra selezionava, ma c’era un sistema sociale che formava chi non riusciva a farlo a scuola, oggi è molto più complicato».
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