Vuota quasi una casa su tre, ma gli affitti sono sempre più alti a Sondrio

Le case ci sono - secondo un recente studio di Openpolis in città il 28% di quelle esistenti risulta vuoto -, ma gli affitti sono sempre più alti, non sono alla portata di tutti e zavorrano gli stipendi medi base per quasi un quarto, il 22% per l’esattezza.

E se anche la percentuale di Sondrio è più bassa del dato nazionale che indica nel 35% il peso del costo della locazione sulle entrate, in crescita dal 31,6% rispetto al 2018, i dati stridono con l’acuirsi dell’emergenza abitativa mettendo ancora una volta in evidenza la difficoltà delle politiche urbanistiche nell’affrontare i cambiamenti in atto. Nell’intercettare cioè il patrimonio inutilizzato per rimetterlo in gioco possibilmente a canoni calmierati.

Gli ultimi numeri del mondo della locazione arrivano dalla recente elaborazione fatta dal Sole24Ore incrociando i dati Omi (Osservatorio del mercato immobiliare) con le statistiche fiscali del ministero delle Finanze. Un’analisi che ha messo in evidenza come dal 2018 la pressione dei canoni liberi sulle buste paga dei residenti nei capoluoghi di provincia italiani sia salita in media del 3,6 per cento. Un po’ più bassa a Sondrio dove si ferma al 2,3%. Questo per quanto riguarda i contratti sul mercato libero di lungo periodo ( 4+4 ), mentre sugli affitti concordati le percentuali si abbassano: i canoni pesano “solo” per il 18,3% sugli stipendi con un incremento dello 0,7% rispetto al 2018.

Nel capoluogo nel 2023 il canone medio del mercato libero è sato di 426 euro per un totale di 566 nuovi contratti di affitto stipulati. Trecentocinquantasei euro invece la media per i canoni concordati che però valgono solo il 12,7% del totale dei contratti di locazione in città. Secondo i dati elaborati da Immobiliare.it Insight a maggio 2024 per gli immobili residenziali in affitto nel capoluogo sono stati richiesti in media 8,51 euro al mese per metro quadro, con un aumento del 10,66% rispetto a maggio 2023 (7,69 euro mensili al mq).

Il costo degli affitti pesa su una popolazione che anche a Sondrio è sempre più povera, con difficoltà a pagare affitti mensili di 200 euro secondo quanto indicato nel primo Piano triennale dei servizi abitativi pubblici e sociali, secondo cui sono due gli aspetti salienti che emergono: da una parte l’insufficienza del patrimonio immobiliare pubblico per dare risposte alle famiglie che sono sempre più in difficoltà economica - il 40% delle domande si colloca in condizioni di indigenza (nuclei familiari con Isee inferiore a 3.000 euro) -, dall’altro l’aumento degli spazi vuoti del mercato privato testimoniato anche dall’indagine di Openpolis.

Per quanto riguarda il patrimonio pubblico lo scarto tra domanda e offerta è elevatissimo: a fronte di una domanda di “case popolari” che si attesta annualmente intorno alle 220 (media degli ultimi 5 anni) le assegnazioni oscillano tra le 20 e le 25 all’anno, circa il 10% dei richiedenti. «Se consideriamo che oltre il 40% delle domande si colloca in condizioni di indigenza - si legge nel report -, possiamo ragionevolmente stimare per difetto che almeno 50 nuclei familiari in condizione di povertà non trovano risposta nel patrimonio sap. Un dato che trova conferma anche nell’analisi della domanda relativa agli alloggi di emergenza o di housing temporaneo. Solo per quest’ultima unità d’offerta si è visto come a fronte di una domanda in aumento vi sia annualmente l’ingresso di circa 10 nuove famiglie».

Il rischio di esclusione abitativa riguarda però secondo l’analisi un numero di famiglie più elevato. «Tra le 200 famiglie che fanno domanda di accesso al sap senza possibilità di assegnazione - si legge ancora - l’82% circa ha un Isee inferiore a 8.000 euro».

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