Vite, occhi puntati su settembre. il punto della Fondazione Fojanini

Vendemmia 2024, occhi puntati su settembre. Sarà, come sempre, l’andamento meteo del primo mese d’autunno, in particolare le escursioni termiche, a determinare la maturazione delle uve del Nebbiolo-Chiavennasca in un’annata che fin qui è stata del tutto particolare: molto piovosa fino a giugno e poi più secca, a tratti vicina al 2022. Tanto che negli ultimi due ultimi mesi sono stati osservati sintomi di stress termico e idrico, pur avendo avuto alle spalle abbondanti precipitazioni.

«A dimostrazione - dicono i tecnici della Fondazione Fojanini di Sondrio nel loro aggiornamento periodico dell’andamento della viticoltura - che una siccità così improvvisa dopo un periodo di elevatissima disponibilità di acqua possa addirittura determinare conseguenze peggiori o comunque non inferiori a quelle di annate siccitose sin dall’inizio, determinando condizioni critiche (anche se non a livelli del 2022), soprattutto nei vigneti molto esposti e sui terrazzi con scarso spessore del terreno. Da qualche settimana, infatti, nelle zone più sofferenti lo stress idrico, si notano forti ingiallimenti fogliari e anche disseccamenti, molto simili a quelli osservati nel 2022».

Luglio e agosto sono stati caratterizzati da temperature piuttosto elevate e piogge scarse. A fronte di precipitazioni in generale molto elevate soprattutto nel periodo primaverile. Il cumulo attualmente è di circa 900 mm da inizio anno per la zona Sondrio, ovvero 300 mm superiore a quello del 2023 e di quasi 600 rispetto al 2022, mentre a partire dal mese di luglio si è assistito ad un’inversione di tendenza: 98 mm (sempre a Sondrio) contro i 159 del 2023, e ad agosto sinora solo 43 mm a fronte dei 138 mm del 2023. «Tutto sommato quest’anno abbiamo avuto precipitazioni da record - sottolineano i tecnici della Fojanini -, ma mal distribuite, considerando che normalmente, a parte l’anomalo 2022, il mese di agosto in provincia di Sondrio è piuttosto generoso di precipitazioni (media trentennale 106 mm, e cinquantennale, 104 mm). Complessivamente, quindi attualmente le precipitazioni del bimestre luglio-agosto sono circa 150 mm inferiori a quelle dello scorso anno, e solo 40 mm superiori a quelle del 2022. Per quanto riguarda invece i valori termici, le temperature sono state elevate, e in particolare il valore medio di agosto, sebbene ancora non definitivo (26,35 gradi) è addirittura superiore a quello del 2022 (25,25 gradi), che era già da record, nonostante nel 2023 si registrassero punte massime più alte in diverse giornate.

Attualmente si osserva ovunque un’invaiatura abbastanza avanzata, mediamente in linea con le annate, anche se ancora incompleta e disforme. La Fondazione Fojanini ha già iniziato i campionamenti delle uve nei “vigneti guida” della zonazione vitivinicola in modo da valutare la progressione della maturazione. La situazione fitosanitaria risente delle infezioni da peronospora la cui gestione è stata complicata fino a metà luglio.

«Le infezioni sono ormai cessate - sottolineano dalla Fojanini -, ma si può tranquillamente affermare che quella attuale è una stagione che rimarrà negli annali come una di quelle più difficoltose per gli attacchi di peronospora, una delle peggiori negli ultimi 25 anni, sia in termini di precocità e numero di attacchi, sia come esiti finali. Questo ha determinato che in diverse situazioni i danni sono state molto rilevanti». A cui si sono aggiunte nella fase finale le infezioni di oidio, favorite dalle elevate temperature e dal persistere delle condizioni scarsamente o per nulla piovose, e quindi dal caldo e dall’elevata umidità atmosferica.

Un aspetto che secondo i tecnici andrà valutato è quello della tenuta delle bucce, che spesso nelle ultime annate è stato un punto critico soprattutto quando il mese di settembre è caldo umido, favorevole all’insediarsi di popolazioni di moscerino dei piccoli frutti. Quest’anno le popolazioni sui mirtilli sono state ancor più elevate che nel 2023, e si potrebbero riversare nei vigneti anche se l’uva per vari motivi non è ospite così gradito come mirtillo e ciliegio. Al momento rispetto al 2023 molto interessato dalla grandine, le uve, a parte le perdite di peronospora, sono piuttosto sane in termini di integrità dell’acino. Infine, secondo i tecnici, saranno, invece, da valutare le intensità delle piogge (precipitazioni troppo forti in fase di maturazione possono danneggiare le uve), la tendenza a gonfiarsi, soprattutto perché sinora sono state limitate nell’ingrossamento dal persistere della siccità, e con improvvisa disponibilità di acqua si possono rigonfiare molto.

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