Economia / Valchiavenna
Giovedì 22 Ottobre 2015
Violino Slow food, chi l’ha visto? «Incontri con i singoli macellai»
Presidio a rischio, dopo l’allarme a inizio Expo poche risposte. Da Chiavenna il sindaco però chiarisce: «Stiamo lavorando in silenzio».
«Attenzione: il presidio del violino Slow food è a rischio». L’allarme era arrivato all’inizio di Expo dai vertici della Fondazione Slow food per la biodiversità. E ora che l’Esposizione universale sta per finire, a quasi sei mesi dall’appello pronunciato per i macellai chiavennaschi dal presidente dell’organizzazione, Piero Sardo, il problema non è ancora stato risolto. Mentre decine di altri territori nell’anno di Expo hanno valorizzato il traguardo del presidio raggiunto in passato, altri si sono impegnati – è il caso della capra orobica – per puntare al riconoscimento.
A Chiavenna, invece, nei mesi scorsi di violino non si è praticamente mai parlato. Ma al di là dell’assenza di iniziative dedicate a questo presidio, la questione non è stata dimenticata. Nei giorni scorsi lo ha assicurato il sindaco di Chiavenna Luca Della Bitta. «Siamo città bandiera arancione, città slow e abbiamo un presidio con il violino di capra. Da anni sappiamo che la strada della città slow e di Slow food si è divisa. Ma nel merito della questione del presidio del violino, sappiamo che occorre riprendere questo percorso non tanto nei confronti di Slow food, ma fra di noi. Un prodotto acquisisce un chiaro valore aggiunto grazie a riconoscimenti di questo tipo».
Della Bitta si è soffermato sul lavoro svolto dalla giunta su questo fronte. «Stiamo cercando di chiarire la situazione attraverso una serie di incontri fra amministrazione e operatori. Lo stiamo facendo con incontri dedicati ai singoli macellai, senza riunioni pubbliche, con lo scopo di elaborare una strategia condivisa a breve. Questo significa anche la necessità di investire risorse in strutture che possano rendere più agevole quest’attività, a cominciare dal macello».
Un compito, quest’ultimo, che tocca soprattutto alla Comunità montana, visto che l’esigenza di avere una sede per la macellazione delle bestie è condivisa da allevatori di tutta la Valchiavenna. Secondo il disciplinare, il violino può essere lavorato esclusivamente con le antiche tecniche tradizionali, utilizzando animali allevati allo stato semibrado nelle aree montane della provincia di Sondrio, nutriti e macellati correttamente.
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