Economia / Sondrio e cintura
Mercoledì 20 Novembre 2013
Vino, per lo Sforzato
è un’annata super
Prevostini: «20% di uva in più dello scorso anno con la punta del +80% di uve per l’appassimento» - Sono 27.703 i quintali raccolti in tutto dal Consorzio
Una vendemmia così tardiva non se la ricorda neppure Mamete Prevostini, presidente del Consorzio tutela vini di Valtellina.
«Personalmente sono alla mia quindicesima vendemmia - ha detto ieri in conferenza stampa -, ma non ho memoria di un’annata in cui, ai primi di novembre, ancora il 30% delle uve fosse da raccogliere. Si era tardato a vendemmiare nel 2004, ma non a questi livelli». Eppure, nonostante siano stati giorni di passione per tutti i produttori di vino e i singoli coltivatori della vigna, l’esito finale di tanta tribolazione è stato positivo.
«Abbiamo vinto la sfida - ha assicurato Prevostini - arrivando a produrre 27.703 quintali di uva Nebbiolo, contro i 23.148 dello scorso anno quando avevamo dovuto fare i conti con gli effetti nefasti della grandine che avevano minato il grappolo riducendo, di parecchio, soprattutto il quantitavo d’uva da destinare allo Sforzato».
E si tratta di dati riferiti solo all’uva raccolta dalle aziende trasformatrici associate o conferita alla medesime, perché quelli riferiti ai piccoli e singoli produttori di vino non sono ancora disponibili.
«Sulla base di questi primi dati possiamo dar conto di un aumento totale della quantità d’uva prodotta, rispetto allo scorso anno, del 20% - ha precisato Prevostini, affiancato dai suoi vice, Marco Fay e Andrea Zanolari, e da Michele Forni, direttore del Consorzio - con una punta massima dell’81% appannaggio della sola produzione dello Sforzato di Valtellina. E questo perché i vinificatori hanno puntato subito su questo tipo di produzione, mettendo in appassimento le uve, in ragione del loro perfetto stato sanitario che lasciava presagire vi fossero i connotati per dar corso ad una grande annata 2013 appannaggio del re dei nostri vini».
Basti dire che lo scorso anno i quintali di Nebbiolo destinati allo sforzato sono stati pari a 3.976 contro i 7.208 di quest’anno (nell’infografico a lato, fornito dal Consorzio, sono riportati tutti i dati del 2012 e 2013), così come un buon aumento di quantità prodotta si ha, sullo scorso anno, sul vino docg Sassella (+ 28% con 6060 quintali d’uva), sul Rosso di Valtellina (+ 18% con 3183 quintali), sul Grumello (+ 14% con 2.204 quintali) e sul vino a Indicazione geografica tipica, Ipt (+ 11% con 2.412 quintali).
«Ovvio che l’aumento del prodotto destinato all’appassimento - ha spiegato Prevostini - va a discapito di altre produzioni a denominazione tant’è che si registra un calo sul Valgella, (- 20%), sul Valtellina Superiore (-15%), sul Maroggia (- 11%) e sull’Inferno (- 4%), ma, considerate le difficoltà climatiche che abbiamo dovuto affrontare per tutto ottobre fino ad oggi, mai viste prima, direi che la stagione deve essere archiviata come positiva sia qualitativamente sia quantitativamente. E questo perché, a differenza che altrove, la nostra uva si è mantenuta sana grazie a tre ordini di fattori, quali la particolarità del microclima, le caratteristiche del vitigno Nebbiolo e l’attenzione prestata dai viticoltori durante le fasi della raccolta».
Ha un solo rammarico, Prevostini. «Non dovrei neppure dirlo - assicura -, però, se avessimo avuto una stagione climatica simile a quella del 2002, con giornate autunnali calde, luminose, ventilate, e una buona escursione termica notturna, allora sì che la vendemmia 2013 sarebbe stata quella del secolo!».
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