Vinitaly: la Valtellina si gioca la carta della qualità anche per battere i dazi

Tempo di Vinitaly per il vino valtellinese, a ranghi compatti alla 57^ edizione della kermesse del vino italiano a Verona. Diciotto le cantine della provincia di Sondrio presenti nello spazio collettivo all’interno di Padiglione Lombardia. Arpepe, Ascesa, Cantina Menegola, Caven, Dirupi, F.lli Bettini, Francesco Folini, La Grazia, La Spia, Luca Faccinelli, Mamete Prevostini/Convento San Lorenzo, Nino Negri, Plozza, Radis, Rupi del Nebbiolo, Sandro Fay, Triacca. Parola d’ordine qualità, un mantra che punta all’eccellenza che i produttori locali portano avanti da tempo.

«Noi siamo condannati alla qualità – spiega Mamete Prevostini, presidente del Consorzio di Tutela Vini di Valtellina- Non possiamo esimersi da concetti come quello della qualità dei vini, l’unica cosa che possiamo fare in questi momenti di transizione è lavorare per continuare a fare ottimi prodotti. Un aspetto non secondario che in un contesto complesso come quello attuale continua a vedere i grandi rossi a base di Nebbiolo delle Alpi e le altre etichette locali fare incetta di premi e riconoscimenti. Rimane collaudata la formula della presenza del Consorzio Tutela Vini di Valtellina, sotto il cappello istituzionale del Nebbiolo delle Alpi, per una presenza di livello qualitativo quella dei vini della nostra provincia con un’area tasting consortile con oltre 60 etichette in degustazione, divise per denominazioni. In fatto di presenze novità per la Sforzato Lounge, per ospitare in tranquillità ospiti importanti, oltre alla possibilità di avere una rotazione di alcuni spazi per alcuni piccoli produttori per rendere più accessibile la presenza a una manifestazione importante come la kermesse veronese per farsi conoscere.

«Si tratta della giusta vetrina per il vino più importante della viticoltura valtellinese che è lo Sforzato, un prodotto unico che tutto il mondo del vino guarda con ammirazione, che sta vivendo una nuova fase di grande interesse da parte di consumatori e addetti ai lavori con prodotti sempre più portati alla bevibilità». Ma non sono solo i dazi a preoccupare gli imprenditori vitivinicoli italiani e valtellinesi, minacciati anche da altri spauracchi come la riforma del codice della strada, che pare aver dato un duro colpo ai consumi del cosiddetto fuori casa, con la lotta all’alcol che ha generato un inasprimento dei controlli da parte delle autorità.

«Non credo che gli italiani si siano dimenticati che il vino prima di tutto è cultura, anche la prevenzione per un consumo responsabile è importante e legittima specie verso i giovani, ma intorno al vino in questi ultimi tempi abbiamo assistito a una sorta di demonizzazione che non fa certo bene al comparto. Bisogna capire a livello di opinione pubblica cosa rappresenta il vino e cosa è giusto fare per combattere l’abuso di alcol, ma non condannare un consumo moderato in abbinamento a uno stile di vita che fa parte del made in Italy». Tra le novità di Vinitaly per la Valtellina, agli stand tra gli addetti ai lavori nella prima giornata si vociferava anche di una possibile modifica al disciplinare. «Stiamo ragionando tutti insieme come Consorzio su qualche cambiamento per il disciplinare di produzione, sono in corso delle consultazioni per fare in modo che ci sia maggiore chiarezza e semplicità per il consumatore finale- chiosa Prevostini- Alla prossima assemblea del Consorzio in programma tra aprile e maggio, si potrà decidere come muoversi in vista del futuro, per rendere le denominazioni del vino valtellinese ancor più contemporanee in grado di reggere meglio le sfide future che ci aspettano».

La manifestazione fieristica del vino più importante d’Italia, si incastra in una fase storica complicata per il vino. Sotto i riflettori il tema dei dazi introdotti sul mercato americano, lo sbocco principale per gli esportatori italiani di vino e anche per quelli valtellinesi.

Umori comunque positivi tra i produttori della nostra provincia, che abbiamo incontrato direttamente tra gli stand di Vinitaly. A Verona al Palaexpo tra gli stand delle cantine valtellinesi l’argomento caldo nella prima giornata era quello dei dazi e anche di possibili sbocchi alternativi al mercato americano, anche se proprio secondo i diretti interessati la situazione non sarebbe così preoccupante.

«Sono appena tornato dopo dieci anni a News York, dove si è sempre più alla ricerca di vini freschi ed eleganti. Secondo i nostri importatori della California e di New York che incontreremo anche a Verona, il ricarico del 20% non dovrebbe essere così traumatico per la categoria di vini come quelli valtellinesi- racconta Marco Fay- La preoccupazione invece sulla tassazione dovrebbe riguardare maggiormente la mescita del vino al bicchiere, chiaramente ii prodotti più colpiti potrebbero essere i vini dal buon rapporto qualità prezzo, con un lavoro del sommelier per cercare di fare una ricerca prodotti validi».

Ci si sta muovendo per cercare di compensare la quota export con altri mercati. «Nelle ultime settimane ho fatto anche una tappa a Londra e in Australia, ho trovato molto feeling con i nostri vini valtellinesi. Credo che questo sia un bel segnale di fiducia per una zona come la Valtellina che negli ultimi anni ha fatto un grande lavoro di posizionamento in Italia e nel mondo, il mercato ci sta premiando speriamo solo che non si vanifichi quanto fatto negli anni scorsi, sarà importante non cambiare approccio e di non cercare di competere al ribasso con la paura dei vini dealcolati o altri prodotti da prezzo».

Secondo Luca Faccinelli, più che i dazi un problema è rappresentato dalla capacità di spesa. «Per noi gli Usa pesavano circa un 20%, si può anche compensare con altre zone, ad esempio nella prima giornata abbiamo avuto la visita di operatori dal Belgio e dalla Norvegia, due mercati in cui non siamo presenti e potrebbe essere interessante entrare. Onestamente però siamo più preoccuparti da una capacità di spesa dei consumatori in generale sempre più bassa. Negli ultimi anni abbiamo chiuso sempre con un segno più, un trend in crescita che speriamo possa continuare o perlomeno consolidarsi».

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