Economia / Sondrio e cintura
Domenica 24 Novembre 2013
Vertenza Rigamonti
Si lavora su più tavoli
Venerdì l’incontro in Provincia, dall’azienda la conferma che per gli esuberi non ci saranno “liste nere” - Ribadita dai sindacati la disponibilità al confronto, ora si inizierà a discutere sul merito dei problemi
Niente di nuovo, almeno per quanto riguarda le soluzioni alla crisi del salumificio Rigamonti. Ma la trattativa prosegue senza spaccature e si continua a lavorare sia ai tavoli tecnici, sia a quello della Provincia.
Si è riunito ieri il tavolo istituzionale richiesto dalle organizzazioni sindacali per affrontare il tema della procedura di riduzione di personale aperta dal salumificio Rigamonti all’inizio di novembre. In rappresentanza delle istituzioni all’incontro erano presenti, oltre al presidente della Provincia Massimo Sertori, i sindaci dei Comuni di Montagna in Valtellina (Barbara Baldini), Poggiridenti (Angelo Nesa), Mazzo (Clotildo Parigi) e Sondrio (Alcide Molteni), l’assessore al Lavoro della Regione Lombardia Valentina Aprea, Carlo Bianchessi per l’Agenzia regionale istruzione, formazione e lavoro e Alessandro Nardo per la sede territoriale della Regione. Confindustria era rappresentata dal presidente Cristina Galbusera e dal direttore Adolfo Ottonello.
L’azienda guidata dall’amministratore delegato Roberto Colacrai, in questa fase complicata, può contare sull’esperienza del manager milanese Attilio Pellero. Per i sindacati, oltre ai segretari di categoria Vittorio Boscacci (Flai-Cgil), Danila Barri (Fai-Cisl) e Donatella Canclini (Uila), erano presenti i segretari generali Giocondo Cerri (Cgil), Mirko Dolzadelli (Cisl) e Vittorio Giumelli (Uil), oltre al rappresentante della rsu Marco Gianoncelli.
Come spesso avviene in occasione di questi percorsi, dal primo incontro del tavolo istituzionale non sono uscite novità significative. Non va comunque trascurata, secondo i rappresentanti dei lavoratori, la dichiarazione del rispetto di tutti i diritti sindacali all’interno dell’azienda. È stato confermato che non esistono altri criteri per individuare eventuali esuberi se non quelli previsti dalle norme di legge. Niente passi in avanti, quindi, ma anche niente black-list. Una notizia, quest’ultima, che sarà sicuramente apprezzata dopo le preoccupazioni emerse nel giorno dello sciopero.
Le parti hanno affrontato nel merito le problematiche che hanno portato alla difficile situazione economica dell’azienda. I rappresentanti della Rigamonti presenti al tavolo hanno posto con vigore la necessità di rientrare dal disavanzo di bilancio, per poter proseguire l’attività produttiva. I sindacati hanno garantito la propria disponibilità al confronto e hanno ribadito la condizione indispensabile di avere davanti un piano industriale prima di aprire qualsiasi ragionamento che possa riguardare gli esuberi annunciati. Tutti aspetti che sostanzialmente sono noti dal primo giorno di questa crisi.
Piano industriale
Anche se dai sindacati non arrivano commenti, appare evidente la delusione per l’assenza di informazioni sul piano industriale e sulla possibile riduzione del numero massimo di esuberi. Ieri, infatti, non si è scesi da quota 104.
C’è anche un aspetto che, dal punto di vista dei lavoratori, può essere invece ritenuto positivo. L’azienda si è assunta l’impegno di non avviare unilateralmente alcuna procedura e si è resa disponibile ad un costante confronto. Le parti si rivedranno molto presto: fra sei giorni si svolgerà un incontro nella sede di Confindustria, finalizzato a definire e affrontare tutte le tematiche necessarie finalizzate alla stesura concreta di un piano industriale condiviso. Poi si riunirà per la seconda volta il tavolo istituzionale che verrà convocato dal presidente della Provincia entro la prima settimana di dicembre.
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