Economia / Sondrio e cintura
Venerdì 29 Luglio 2016
Una legge per il rilancio degli impianti
Da settembre la Regione metterà mano alla normativa per rivedere il sistema nel complesso. Il sottosegretario Parolo: «Una volta fissati i principi potrà partire la sperimentazione del nuovo modello».
Separazione tra proprietà e gestione per un modello sperimentale di rilancio del comparto lombardo degli impianti di risalita che stia all’interno di un progetto di legge complessivo del sistema.
Nessun apripista, dunque. Non senza una cornice normativa chiara ed adeguata. Bloccata per la mancanza dei fondi - la disponibilità dei sovraccanoni è appesa ai ricorsi alla Corte Costituzionale -, la sperimentazione di un nuovo modello gestionale che avrebbe dovuto partire in provincia di Sondrio dovrà attendere la legge con cui la Regione Lombardia intende mettere ordine nell’intero comparto. «Una legge di sistema» come la definisce il sottosegretario con delega alla Montagna Ugo Parolo.
E dunque i tempi si allungano. «Il consiglio regionale - dice Parolo - ha dato la propria disponibilità a dare vita ad un gruppo che, a partire da settembre, sulla scorta della ricerca fatta in provincia di Sondrio, lavori ad un progetto di legge complessivo del settore. Sono convinto che la via legislativa sia l’unica possibile per fare qualcosa d’importante nel settore. La copertura legislativa ci consentirà di interloquire in modo chiaro con privati e società, anche pubbliche, ci permetterà di dialogare con gli operatori del settore turistico, con le agenzie del trasporto pubblico in maniera più strutturata. Senza contare che una legge di sistema si accompagnerà ad una copertura finanziaria». Quella che finora è mancata.
L’emanazione di una legge regionale si traduce in uguali opportunità per tutti i territori alpini lombardi. Significa anche che la sperimentazione provinciale, in senso stretto, si sposta in là nel tempo. «Una volta che ci sarà il quadro legislativo di riferimento - dice Parolo -, il primo che arriverà potrà partire con il nuovo modello».
Il riferimento per l’individuazione del nuovo modello passa per la proposta uscita dallo studio confezionato in provincia dopo la sottoscrizione del Protocollo d’intesa con la Regione e la cui importanza è ribadita in un ordine del giorno all’assestamento di bilancio approvato a larghissima maggioranza in consiglio regionale.
«Il gruppo di lavoro, supportato dal punto di vista scientifico da Eupolis Lombardia - si legge -, ha realizzato una ricerca che ha evidenziato come nella sola provincia di Sondrio, gli effetti indotti dalla presenza degli impianti sono quantificati in circa 278 milioni di euro. È stato dunque identificato quale modello ottimale da sperimentare, lo sviluppo di una o più società infrastrutturali delle reti finalizzate allo sviluppo e mantenimento delle reti dei comprensori sciistici montani lombardi, con la partecipazione dei soggetti pubblici coinvolti nel capitale sociale delle società. L’intervento del pubblico a sostegno dei comprensori sciistici potrà avvenire solo a condizione che tutti i soggetti (impiantisti, consorzi turistici, enti locali, commercianti, albergatori) sottoscrivano un patto territoriale che definisca in modo puntuale l’impegno di tutti i soggetti coinvolti».
Insieme a questo c’è l’impegno da parte della giunta a favorire la rinegoziazione delle esposizioni finanziarie degli impianti attraverso un allungamento del periodo di restituzione dei debiti per garantire la sostenibilità gestionale in attesa della piena attuazione della riforma del sistema.
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