Economia / Sondrio e cintura
Venerdì 16 Dicembre 2016
Un brutto primato: sono in Valtellina gli stipendi più bassi
L’analisi è stata fatta dalla società Job Princing. Sondrio è ultima rispetto alle altre province lombarde. Una media di 27.529 euro, sotto quella nazionale.
Valtellina: stipendi bassi: ma quanto bassi? I più bassi tra le provincie in Lombardia, al 53° posto a livello italiano e sotto la media nazionale. Diffusa in questi giorni da JobPricing, società specializzata in consulenza aziendale sul settore “compensation & benefit”, ovvero le analisi retributive, le politiche retributive, il «JP Geography Index» la classifica redatta dall’Osservatorio di questi operatori su chi «paga meglio e chi paga peggio» tra le province italiane.
Stime ricavate sulla base della retribuzione media rilevata. Questa vera classifica retributiva delle varie aree del Paese viene stilata attraverso un’attività di indagini e studi approfonditi e si propone come punto di riferimento per il mercato del lavoro e per le buone pratiche di gestione del personale. Sono stati valutati 250mila profili retributivi relativi a lavoratori dipendenti di aziende private, raccolti durante il 2014, 2015 e il primo semestre del 2016. Va subito detto che la situazione in Valle non è troppo florida. Se è vero che la Lombardia resta la regione con le retribuzioni medie più alte in assoluto, seguita da Trentino Alto Adige ed Emilia-Romagna, va detto che nella provincia di Sondrio si va un po’ con il “freno tirato”.
«La Lombardia – spiegano da JobPricing – ha una media di retribuzioni annue al top nazionale, si rivela sul 2016 un dato di 31.542 euro, valore per le retribuzioni più alto della media del Nord Italia, che si attesta a 30.378 euro medie, e nettamente superiore al dato nazionale: che è di 29.176 euro. In Lombardia – proseguono – guida la classifica delle province che pagano meglio, Milano, con 34.414 euro di retribuzioni medie davanti a Monza-Brianza, 31.874 e Lecco, 30.102. Sondrio è fanalino di coda con 27.529 euro, -12,7% la differenza rispetto alla media nazionale con un posizionamento complessivo tra le 110 province italiane che vale il 53° posto. Inferiore di due posizioni rispetto alla classifica stilata nel 2015 (51° posto). In un quadro lombardo che è comunque allineato al vertice sui livelli di retribuzione nazionale. «La grossa differenza sul divario retributivo – ha precisato a riguardo Mario Vavassori, partner dell’Osservatorio JobPricing che ha rilevato queste statistiche – resta in realtà quella che divide il Nord Italia dalle altre regioni: gli stipendi lombardi e del Nord in generale – ha spiegato – sono definiti in territori in cui agiscono figure specialistiche e manageriali molto qualificate che alzano il valore medio complessivo retributivo dell’area considerata. Fenomeno significativo nonostante la perdurante situazione di deflazione che caratterizza l’intero mercato del lavoro e delle retribuzioni».
A puntare l’attenzione sulla relazione tra “livelli retributivi” e competenze professionali è anche Giocondo Cerri, segretario provinciale della Cgil, il sindacato. «Se i livelli retributivi sono proporzionati alle competenze – ha detto – sembra emergere quanto in provincia sosteniamo da tanti anni. Ovvero che, salvo eccezioni importantissime che abbiamo tra l’altro in quasi tutti i settori, abbiamo bisogno di investire sul livello di qualità delle produzioni, dei servizi. Non si può competere mirando “al ribasso” su ogni tipo di costo, bisogna essere di alto livello con personale molto qualificato».
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