Economia / Sondrio e cintura
Sabato 02 Luglio 2016
«Truffa in alpeggio, via i furbetti»
Coldiretti prende le distanze dagli indagati nell’inchiesta della Gdf sui contributi comunitari. Marsetti: «Questi soggetti ci danneggiano. Le loro aziende andrebbero messe all’asta e date a chi se le merita».
«I furbi devono pagare subito: le loro aziende vanno messe all’asta e affidate a giovani agricoltori. E se sono soci della nostra associazione l’espulsione sarà immediata». Ecco la reazione di Alberto Marsetti, presidente provinciale di Coldiretti, di fronte all’indagine delle fiamme gialle sui contributi percepiti da alcuni imprenditori senza averne diritto.
Non è nota l’eventuale appartenenza delle persone coinvolte alla principale associazione degli agricoltori. Per ora si sa che, sulla base di centinaia di dati incrociati e di persone ascoltate dagli inquirenti, è stato svelato quello che sarebbe un quadro di illeciti abbastanza vasto. L’operazione conclusa in questi giorni avrebbe evidenziato un danno per l’erario di oltre 200 mila euro. Le indagini si sono concentrate su diversi bandi pubblici relativi all’erogazione di oltre due milioni di euro di contributi europei stanziati dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale attraverso la Regione Lombardia e le Comunità montane per la manutenzione, la ricostruzione e il miglioramento dei sentieri montani, dei pascoli e degli alpeggi. Nello specifico, le fiamme gialle hanno deferito alla Procura di Sondrio quattro cittadini, di cui tre imprenditori agricoli, per aver indebitamente percepito circa 109mila euro di erogazioni. Sono stati denunciati anche tre imprenditori agricoli per truffa aggravata per aver indebitamente percepito circa 166mila euro di contributi europei non spettanti.
La reazione dell’associazione non si fa attendere. «Il danno è evidente: si colpisce lo Stato e l’Unione europea, ma anche l’immagine della nostra provincia – premette il presidente Alberto Marsetti -. Le aziende serie devono rispettare moltissime regole, invece i furbi di turno ci provano, sperando di fregare tutti gli altri. È inaccettabile che in provincia di Sondrio si verifichino episodi del genere».
Marsetti propone soluzioni radicali. «Non stiamo parlando solo di soldi: è una questione etica. Hai fatto il furbo? Da domani la tua attività non esisterà più. Mettiamola all’asta per fare in modo che se ne occupi qualche giovane. Bisogna creare le condizioni perché questi personaggi ci pensino su bene prima di rendersi protagonisti di comportamenti del genere».
Marsetti ricorda che la lotta per la trasparenza è uno dei punti salienti dell’azione di Coldiretti. «Ne abbiamo parlato mercoledì sera nel consiglio dell’associazione, siamo decisamente arrabbiati perché da tempo abbiamo dedicato una battaglia a questa tematica, chiedendo eticità e trasparenza. Ora non posso accettare che delle persone facciano cose del genere. Rovinano l’immagine di tutti: difendersi dalle accuse e dalle generalizzazioni è molto più complicato».
È opportuna anche una riflessione sul meccanismo dei contributi. «Il contributo a pioggia è sempre rischioso e può creare dipendenza. Lo è anche per una questione culturale. Ogni impresa deve poter camminare con le proprie gambe. Ma non nascondiamo un aspetto: tanti mercati a livello internazionale sono “drogati”, non solo l’agricoltura. Nel nostro Paese, poi, questo settore è penalizzato, perché storicamente non è sostenuto dal sistema comunitario».
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