Economia / Sondrio e cintura
Giovedì 10 Marzo 2016
Tassa della salute, per i frontalieri
non ci sono obblighi
I lavoratori non dovranno versare nulla. Ai parlamentari del Pd la conferma del Governo. Le Regioni riceveranno una circolare applicativa
«I frontalieri non devono versare nulla per la sanità». Dopo mesi di dubbi e qualche caso di pagamento, dai deputati Pd arriva il chiarimento definitivo. Si è finalmente chiarita la questione relativa alla “tassa della salute” che i lavoratori italiani occupati in Svizzera con permesso G rischiavano di dover pagare - e in alcuni casi hanno pagato - a seguito di un’interpretazione amministrativa compiuta da alcune Asl della Regione Lombardia e della Provincia Autonoma di Bolzano.
Ne hanno dato la notizia i deputati democratici Enrico Borghi, Chiara Braga, Mauro Guerra, Maria Chiara Gadda, Daniele Marantelli, Paolo Rossi, Angelo Senaldi, Gianmario Fragomeli e Veronica Tentori. I parlamentari del Partito democratico sono i firmatari di una mozione votata dall’aula della Camera lo scorso 11 febbraio con la quale si chiedeva al governo di intervenire, per quanto di competenza, «sospendendo ogni iniziativa di Stato, Regioni e province autonome tendenti a introdurre un’impropria modalità di pagamento da parte di lavoratori italiani occupati in Svizzera e per i titolari di pensione svizzera per il godimento delle prestazioni del Servizio sanitario nazionale».
Hanno incontrato più volte il viceministro all’Economia e finanze, Luigi Casero, e il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, e proprio da loro hanno ricevuto una promessa: entro oggi tutte le Regioni interessate riceveranno una circolare applicativa da parte del Governo in tal senso.
Il documento chiarirà che i frontalieri italiani occupati, o che hanno esercitato nel passato un’attività dipendente, nei Cantoni dei Grigioni, del Ticino e del Vallese, non sono tenuti a versare ulteriori contributi al Servizio Sanitario Nazionale, in quanto ai sensi del vigente accordo tra Svizzera a Italia essi sono oggetto di tassazione alla fonte da parte Svizzera e una quota del gettito fiscale viene ristornato all’Italia secondo l’accordo internazionale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA