Economia / Sondrio e cintura
Mercoledì 05 Novembre 2014
Tagli ai patronati: in 50 rischiano il posto di lavoro
Moraschinelli: «Si avranno meno uffici aperti, meno disponibilità per l’utenza e zero risparmi». Già in programma manifestazioni di protesta.
Tagli ai patronati: i rischi riguardano anche la provincia di Sondrio. Sia per i dipendenti dei servizi, sia per i cittadini che usufruiscono dei servizi. L’allarme arriva da Inas-Cisl, Ital-Uil, Inca-Cgil e Acli. I tagli alle risorse dei patronati, messi nero su bianco nella legge di Stabilità, sono secondo i diretti interessati un attacco contro i cittadini. Se venissero confermati, questi istituti, che difendono e promuovono i diritti previdenziali e socio-assistenziali, non potrebbero più garantire i servizi finora offerti. Inoltre il numero di coloro che rischiano di perdere il lavoro si attesta attorno al 70% degli organici complessivi dei vari patronati, ovvero migliaia di persone in Italia e circa cinquanta fra Valtellina e Valchiavenna.
«Una scelta scellerata che metterà in ginocchio la rete di solidarietà dei patronati che rimangono l’unico welfare gratuito a favore dei disoccupati, dei pensionati, dei lavoratori, dei cittadini stranieri e degli italiani all’estero - spiegano gli istituti legati ai sindacati -. Tutti loro si troveranno a pagare per un servizio oggi gratuito, con il rischio di dover rinunciare alle tutele previdenziali e assistenziali cui hanno diritto». Le conseguenze delle scelte del governo si faranno sentire anche in periferia.
«Probabilmente, se non ci saranno cambiamenti, avremo meno uffici aperti e meno disponibilità per l’utenza - spiega Luca Moraschinelli dall’Inas-Cisl di Sondrio -. E non possiamo escludere che questa situazione si registri anche in Valtellina. Attualmente i cittadini sanno di potere contare su questi servizi, che tra le altre cose non sono onerosi, per una lunga serie di operazioni. Se la politica deciderà che il sistema deve cambiare, lo farà sulla pelle dell’utenza».
Considerata la selva di leggi e la burocrazia che regolano questi ambiti, per lavoratori, disoccupati e pensionati si prevedono situazioni molto complicate. Secondo le organizzazioni dei lavoratori il taglio di 150 milioni di euro al fondo patronati e la riduzione del 35% dell’aliquota previdenziale destinata ad alimentarlo non costituiscono un risparmio per nessuno. Lo 0,226% dei contributi sociali versati da circa 21 milioni di lavoratori oggi assicura a oltre 50 milioni di persone la possibilità di usufruire dei servizi gratuiti dei patronati.
Parlare di risparmio sembra fuori luogo. «Per svolgere lo stesso lavoro, la pubblica amministrazione dovrebbe aprire e gestire circa 6.000 nuovi uffici permanenti e aumentare gli organici di oltre 5.000 persone - rilevano Inas, Ital, Inca e Acli -. Il costo complessivo per la pubblica amministrazione (Inps, Inail e ministero dell’Interno) sarebbe di 657 milioni di euro».
Per contrastare questa misura che minerebbe seriamente la tenuta del sistema di welfare del Paese, i patronati d’Italia – Acli, Inas, Inca e Ital – hanno avviato una mobilitazione sia a livello nazionale che locale, per sensibilizzare l’opinione pubblica e far comprendere al Governo e al Parlamento l’importanza di modificare immediatamente la proposta contenuta nella legge di stabilità. Da alcuni giorni è partita la petizione “No ai tagli ai patronati” per raccogliere le firme dei cittadini e delle cittadine in tutte le sedi dei Patronati, per chiedere al governo modifiche sostanziali della norma. Nel mese di novembre, Acli, Inas, Inca e Ital promuoveranno la giornata nazionale della tutela, con manifestazioni territoriali per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi conseguenti alla consistente riduzione delle risorse destinate alla tutela dei lavoratori, delle lavoratrici, dei pensionati, dei disoccupati, dei cittadini stranieri, degli italiani all’estero e delle famiglie. Inoltre, saranno organizzati presidi territoriali davanti alle sedi dell’Inps, dell’Inail e delle Prefetture che accompagneranno la discussione parlamentare sulla legge di Stabilità.n
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