Economia / Sondrio e cintura
Sabato 29 Luglio 2017
«Sulle Alpi con il treno? Si può fare»
Presentata la sezione locale dell’associazione Transdolomites Valtellina e Valchiavenna. Obiettivo: una rete ferroviaria capace di colmare i “buchi” delle infrastrutture attuali - «Non è una chimera».
Colmare i “buchi” delle infrastrutture attuali e dar vita a una rete ferroviaria capace di collegare l’intero arco alpino, da est a ovest, per aprire nuove prospettive di sviluppo ai territori montani. Un’idea molto ambiziosa, ma «non una chimera»: un progetto da sviluppare - dentro la macroregione europea - «ragionando a livello di Alpi e non sulle singole vallate».
Ne sono convinti i promotori dell’associazione Transdolomites Valtellina e Valchiavenna, sezione locale del sodalizio attivo da una decina d’anni in Trentino per la promozione del trasporto ferroviario, che ieri sera a Sondrio hanno presentato obiettivi e linee guida dell’attività che porteranno avanti sul territorio.
«L’associazione è nata da persone di diversa estrazione, professionisti, studiosi, amministratori pubblici – ha spiegato l’ex sindaco di Tirano Pietro Del Simone a nome del gruppo -, in collegamento con l’associazione Transdolomites con cui da tempo ci confrontiamo sui temi della mobilità nelle Alpi. Lo studio di fattibilità per il traforo dello Stelvio ha ulteriormente stimolato a guardare a questi temi in una prospettiva più ampia, e partendo da varie ipotesi già emerse nel tempo si è messo a punto un’idea di progetto su cui ci siamo già confrontati con diverse istituzioni, dalla Regione al ministero. Il nostro compito - aggiunto Del Simone - è far crescere attenzione e sensibilità intorno a queste idee, perché progetti di questa portata devono crescere dal basso».
Sullo sfondo c’è l’ambito della macroregione alpina, che «fra i suoi obiettivi ha lo sviluppo dei collegamenti», ha spiegato Del Simone, e in questo contesto «bisogna approfondire e dare concretezza a questi contenuti».
L’idea è quella di «completare i tratti mancanti delle reti ferroviarie attuali», ha spiegato l’ingegnere Matteo Sambrizzi, trasformando quelli che ora sono «rami periferici» in elementi di una rete dalle Dolomiti ad Annecy, in Francia: collegare Tirano con Edolo e con Malles attraverso Bormio e il traforo dello Stelvio, unire Malè con Edolo, realizzare la ferrovia da Trento verso Canazei, Cortina e San Candido, collegare la Valchiavenna alla rete svizzera attraverso la Mesolcina, per citare alcuni degli interventi fra provincia di Sondrio e aree vicine. «Sui collegamenti nord-sud si stanno sviluppando i grandi trafori, come San Gottardo e il Brennero - ha rimarcato Sambrizzi -, questa infrastruttura collegherebbe le località delle Alpi sull’asse est-ovest, creando un sistema di trasporto per le comunità locali e una proposta turistica di livello mondiale».
Transdolomites ha già iniziato a sviluppare anche qualche previsione economica, ha spiegato l’ingegnere: per oltre 400 chilometri di ferrovia, il 50% circa in galleria, «il costo stimato sarebbe di 10 miliardi di euro, in pratica l’ordine di grandezza di un tunnel come il Brennero, attualmente in fase di realizzazione». Cifre ingenti ma non impossibili, secondo l’associazione: «Non è una chimera – ha rimarcato Giuseppe Spazzali, del direttivo di Transdolomites -, molti Paesi puntano con forza sul trasporto ferroviario e il treno è una risposta ottimale per una mobilità consapevole ed ecologica, che rispetta il territorio e le fragilità delle nostre vallate alpine».
Ora la sezione valtellinese dell’associazione, insieme alla “casa madre”, punta ad approfondire i progetti, ha spiegato Del Simone, per far sì «che tutto questo non resti un bell’esercizio di studio».
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