Strutture extralberghiere raddoppiate
in quattro anni in provincia di Sondrio

Più di quattromila realtà, un numero pressoché raddoppiato in soli quattro anni: erano 2.229 nel 2019, ultimo anno pre Covid. Crescono vertiginosamente anche in provincia di Sondrio le strutture di ricezione extralberghiera trainate dal boom di Tirano, dove il Trenino rosso del Bernina patrimonio Unesco è richiamo internazionale, secondo i dati dell’Osservatorio turistico provinciale.

Complessivamente in Lombardia, secondo i numeri dell’Istituto nazionale ricerche turistiche (Isnart), sono circa 95mila gli alloggi privati che compongono l’offerta ricettiva. Nel periodo gennaio-agosto 2024, le notti prenotate in tutta la regione sono state oltre 5 milioni (+16% rispetto all’anno precedente) e 246mila in provincia di Sondrio per un incremento del +17%. Il fatturato complessivo in Lombardia è stato pari a 877 milioni di euro.

Dal primo gennaio di quest’anno per gli alloggi destinati agli affitti brevi sono state introdotte importanti novità, volute per regolamentare un settore che anche a livello nazionale ha conosciuto una forte espansione. Tanto per cominciare è previsto l’obbligo di attribuzione di un codice identificativo nazionale, il Cin di cui secondo gli ultimi dati del ministero del Turismo sarebbero sprovvisti più di un appartamento su cinque, e poi devono essere dotati di dispositivi per la rilevazione di gas combustibili e del monossido di carbonio, oltre ad avere estintori portatili a norma di legge posizionati in punti accessibili e visibili.

Cambiano le regole anche per il check in. Una circolare del Viminale impone infatti che l’accoglienza degli ospiti sia fatta di persona, con una stretta sulle key box contenenti le chiavi degli appartamenti che consentono l’ingresso in autonomia, con il semplice invio telematico, da parte degli ospiti, dei documenti di identità al gestore che ha l’obbligo di comunicarli alla Questura. Un tema quello delle key box che riguarda soprattutto le grandi città e molto meno la provincia di Sondrio. Almeno secondo il presidente provinciale Federalberghi Extra di Sondrio Marco Delvò. «Le regole vanno bene, perché offrono una garanzia a tutti - dice -, ma per quanto riguarda le key box si tratta di un fenomeno molto ristretto in Valtellina dove i rapporti tra proprietari e affittuari sono molto diretti. E giustamente, aggiungo perché chi accoglie i turisti diventa un punto di riferimento fondamentale, potendo guidare gli ospiti nella scelta delle esperienze da vivere e dei luoghi da visitare durante il loro soggiorno attraverso indicazioni pratiche. Un’autenticità nei rapporti che gli ospiti cercano sempre di più e che difficilmente possono trovare in una guida turistica».

I numeri dell’extralberghiero in provincia di Sondrio, fenomeno relativamente nuovo, cominciano ad essere molto importanti, a fronte invece di un blocco, se non addirittura di un calo, del numero degli alberghi «perché – dice Delvò - i costi di gestione degli hotel sono molto alti. Le strutture extralberghiere al contrario possono contare su una minore burocrazia».

Il presidente della categoria è convinto che la presenza di queste strutture rappresenti un vantaggio per tutto il territorio sotto diversi punti di vista. «In questi anni è stato fatto un gran lavoro per migliorare la qualità del servizio – ricorda Delvò –. E non solo. La possibilità di affittare le case per turismo ha fatto da volano per le ristrutturazioni, ha portato cioè ad investire sui piccoli borghi, a recuperare le case dei nonni che altrimenti sarebbero state lasciate vuote riuscendo così a rivitalizzare anche località altrimenti a rischio abbandono. Gli ospiti possono dormire anche in case storiche a prezzi non astronomici. E poi l’extra alberghiero ha risolto un vecchio problema che molti ora si sono dimenticati: i famosi letti freddi. Paesi di villeggiatura con case aperte due settimane e il resto dell’anno ante e tapparelle abbassate creando un senso di desolazione e abbandono. Un vantaggio per tutto il sistema».

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