Strategie per l’innovazione nella pratica clinica, al campus di Lecco del Politecnico
la conferenza promossa da Villa Beretta

Per plasmare il futuro della ricerca e dell’assistenza nell’ambito della medicina riabilitativa serve un’alleanza tra scienza, industria e filantropia, che metta in collegamento le neuroscienze, le tecnologie emergenti e le innovazioni cliniche del settore. Proprio “The Alliance” è il titolo della conferenza, organizzata dall’istituto Villa Beretta, con il supporto di Fondazione Cariplo, al campus di Lecco del Politecnico di Milano.

Tema chiave dell’incontro, le strategie per l’innovazione nella pratica clinica. Molti gli argomenti, dall’intenzione del movimento, alle rivoluzionarie interfacce uomo-tecnologia, dall’intelligenza artificiale, alle innovazioni nei settori farmaceutico e tecnologico. Presenti i massimi esperti internazionali nel campo delle biotecnologie, che hanno illustrato le ultime frontiere nell’ambito della riabilitazione, oltre a diverse startup, chiamate a dimostrare come le tecnologie emergenti e i nuovi modelli di business stiano trasformando l’assistenza sanitaria, in particolare grazie a strumenti come le interfacce cervello-computer e la robotica.

«E’ un’alleanza di valori, che si traduce in servizi alla persona, e che è la forza del territorio lecchese da 20 anni – ha spiegato Franco Molteni, direttore scientifico del Villa Beretta Rehabilitation Research Innovation Institute -. Il centro di riabilitazione di Villa Beretta ne è uno degli attori, insieme alla Nostra Famiglia, al Cnr, all’Inrca e all’Ospedale di Lecco. Un sistema sostenuto dai progetti emblematici di Fondazione Cariplo, quindi dalla rete filantropica che si affianca, in perfetta sinergia, con le istituzioni e con gli istituti non profit. La ricerca è fondamentale nella riabilitazione. Questo settore si sta trasformando rapidamente anche grazie all’innovazione tecnologica, che è sempre più rapida e importante. La ricerca non è un uno sfizio, è una necessità assoluta. Senza ricerca non c’è innovazione, e senza innovazione non c’è trasferimento della ricerca in applicazioni tangibili che migliorino la vita quotidiana dei nostri pazienti».