Economia / Valchiavenna
Mercoledì 23 Gennaio 2019
«Strada chiusa, danno per le aziende»
Il rischio di slavine tra Pian di lago e Sils rende impraticabile il passaggio per l’Engadina con grandi disagi. Lavoratori frontalieri costretti a passare dal Bernina, mentre in Bregaglia alcune ditte sono costrette a rinunciare agli ordini.
Strada cantonale chiusa per il rischio di slavine tra Pian di lago e Sils e frontalieri in difficoltà. La storia si ripete ogni anno e coinvolge oltre a centinaia di lavoratori valchiavennaschi diretti in Engadina, anche la popolazione e le aziende della Val Bregaglia. Senza dimenticare i turisti che salgono a Sankt Moritz e nelle località circostanti. Il più recente caso di interruzione risale a sette giorni fa, dalla notte al tardo pomeriggio.
Di fronte al pericolo di valanghe, la sbarra è stata abbassata, con i lavoratori valchiavennaschi costretti a passare dal Bernina oppure nel migliore dei casi a viaggiare in elicottero. Molti sono rimasti a casa, con tutti i disagi conseguenti. È una vicenda che geograficamente si svolge nel territorio svizzero, ma che produce effetti su tutta la zona di confine.
«Questa situazione è nota da decenni e purtroppo negli ultimi inverni, forse a causa del cambiamento climatico, è sempre più frequente», osserva il sindacalista valchiavennasco Ivan Cameroni dalla Cisl-Syna di Sankt Moritz.
«Per oltre mille frontalieri valchiavennaschi è fonte di enormi disagi, visto che impone ai lavoratori di passare dalla Valposchiavo e in alcuni casi, come avvenuto martedì mattina, di viaggiare in elicottero. Questo problema coinvolge tutti: non solo i dipendenti italiani delle ditte engadinesi, ma anche i turisti, le aziende e la popolazione locale».
Nei mesi scorsi decine di rappresentanti di istituzioni e associazioni di categoria e del mondo del lavoro si sono riuniti insieme ai vertici del Canton Grigioni a Silvaplana per fare il punto della situazione. Come rileva il granconsigliere bregagliotto Maurizio Michael, negli ultimi anni sono stati ipotizzati vari progetti. «Le soluzioni esaminate sono state una decina – spiega il deputato della Bregaglia -. Si andava da interventi minimi di messa in sicurezza dei versanti con microcariche esplosive finalizzate al distacco controllato, a un tunnel da Pian di Lago a Sils-Foglias, passando per una serie di alternative intermedie fatte di valli di protezione, gallerie più brevi ed eventuali piste. Ne è stato scelto uno basato su microcariche, valli e piccole gallerie di protezione. Ma ci sono diversi conflitti nel contesto della tutela del paesaggio e priorità politiche, tecniche ed economiche da rispettare».
L’Ufficio tecnico cantonale «ha perciò deciso di non presentare il progetto – aggiunge Michael - per evitare ulteriori complicazioni, ma discuterlo con diversi enti, cercando dei compromessi». Un passo indietro per cercare soluzioni condivise grazie a un gruppo di lavoro formato da rappresenti istituzionali, ambientalisti e mondo del lavoro. Ma con un inevitabile aumento delle tempistiche e altri anni di disagi. Il rischio di interruzione della strada tra Sils e Pian di lago rappresenta una fonte di preoccupazione per i cittadini, ma anche per le imprese della Bregaglia. Di questa vicenda si è discusso a lungo anche nell’ultima assemblea comunale di Bregaglia e il dibattito prosegue.
Andrea Crüzer, presidente dell’associazione che riunisce commercianti e artigiani della valle, non ha dubbi: «Il problema che vogliamo evidenziare non è semplicemente la chiusura media di circa un paio di giorni per ogni inverno, che in vari casi sono stati di più - spiega -. Le criticità sono originate dall’incertezza che si determina con questa situazione. Ci sono aziende qui in Bregaglia che a volte devono rinunciare agli ordini, perché i clienti temono di non poter contare su consegne puntuali nel periodo invernale».
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