Economia / Tirano e Alta valle
Giovedì 14 Aprile 2016
Sostegni all’agricoltura? Mucche e capre da adottare
Grosio: due aziende valtellinesi lanciano una forma di “crowfounding”
«Sensibilizziamo i consumatori sulle difficoltà che incontriamo tutti i giorni»
Se ti stanno a cuore la natura, il lavoro agricolo, la produzione lattiero-casearia della provincia, l’agricoltura eroica sempre alle prese con la concorrenza del latte che viene dall’estero, con un mercato che non sempre sa rendere merito al lavoro, alla tradizione e alla qualità, allora sei maturo per adottare una mucca.
Viene da Grosio, la campagna «Adotta una mucca 2016», iniziativa di sostegno alle stalle, ai casari, alle aziende minori, quelle che «in certi periodi della stagione fanno fatica a fare arrivare tutto il foraggio che serve”. Ad ideare l’iniziativa, questa “campagna per la campagna” che si sviluppa sui social media, nata nel 2014 e che ha già coinvolto oltre cento “adottanti”, è l’azienda Giacomelli di Grosio: una trentina di capi, brune alpine, frisone, higlander.
Propongono di «adottarne una», se si è d’accordo si versano 50 euro l’anno, tramite bonifico, 40 euro vengono corrisposti in prodotti «ma preferiamo dire che si tratta di un moderno baratto», spiegano da Grosio. Hai in cambio formaggi, burro. Dieci euro, servono a comprare il fieno. Come per quasi tutte le adozioni, non si fa un “salto nel buio”. Chi adotta può scegliere e seguire l’esemplare che decide di sostenere. C’è un catalogo, in cui vengono presentati i capi che si possono “adottare”, ci sono le foto dei musi, Altea, Cassiopea, Chanel, Cherise, Circe, Esmeralda, Fiore, Lucy. Ogni esemplare può essere sostenuto fino ad un limite di dieci adottanti. «Arrivati ad un “tot” – spiega simpaticamente Lucia Giacomelli, ultima generazione della famiglia di allevatori e ideatrice dell’iniziativa – facciamo arrivare il camion con il fieno».
A spalleggiare i Giacomelli, è arrivato di recente l’agriturismo Li Spondi, ad Aprica, dove propongono di “adottare una capra”. E l’iniziativa si diffonde, «Una volta fatta l’adozione – precisa per Li Spondi la titolare, Amanda Della Moretta – si riceve una busta con foto e dettagli della capretta che si sostiene, nel carteggio c’è il “mitico” adesivo di Adotta una Mucca, viene inviata una letterina di ringraziamento e si ha diritto a due chili e mezzo di formaggi di capra di nostra produzione da ritirare presso l’azienda o da ricevere, detratti i costi di spedizione».
Iniziativa bellissima nata per reagire allo sconforto dei momenti bui «che attraversa il lavoro agricolo», e per, come spiegano ancora da Grosio, «creare un circuito solidale, come esisteva un tempo in questo settore, solo, molto più diffuso e allargato». E infatti ci sono adottanti di mucche di Grosio e capre di Aprica, di tutta Italia, della Svizzera, persino di Montecarlo. Lucia Giacomelli insieme alla sua famiglia parla dell’idea e dei suoi riscontri con entusiasmo.
«Tutto è nato da un momento di difficoltà, dalla crisi che colpisce il nostro lavoro – spiega – ad un certo punto un gruppo di amici ha deciso di coinvolgersi. È nato il progetto e la campagna Adotta una Mucca, è nata una pagina Facebook: i soldi che arrivano ci aiutano a comprare il fieno, e si fa conoscere meglio il nostro lavoro, le aziende, i nostri prodotti».
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