Sondrio con Lecco: la Confcooperative
ha scelto la fusione
Come simbolo ci sarà il fiume Adda che attraversa il territorio delle due province. A Colico l’assemblea istitutiva dell’associazione
Stare vicino alle proprie imprese per aiutarle a leggere ed interpretare i cambiamenti, trovando risposte consone ed attuali. Da questo concetto è nata la dimensione della necessità che ha portato all’aggregazione che ha fatto nascere la Confcooperative dell’Adda che ha fuso le due realtà di Lecco e Sondrio.
È quanto ha sottolineato Gabriele Martinoni presidente di Confcooperative Lecco nella relazione che ha dato il via all’assemblea costitutiva all’auditorium “Michele Ghisla” di Colico. Diversi i saluti portati ai lavori ad iniziare da Cinzia Capelli, presidente della Comunità montana Valchiavenna che ha definito il mondo della cooperazione «una solida ricchezza ed un interlocutore di creatività e imprenditorialità». Il sindaco colichese Raffaele Grega ha sottolineato «l’importanza di trovare il modo per fare sinergia sul territorio» ed il vice presidente della Comunità montana Valtellina Dario Ruttico ha citato «l’esempio virtuoso di fusione per gli enti pubblici che dovremo imitare».
Il vice sindaco di Lecco Francesca Bonacina ha messo in evidenza il nome scelto «l’Adda è un elemento unificante, Mirko Dolzadelli della Cisl di Sondrio ha definito l’operazione «un avvicinamento alle nostre esperienza di cooperazione e Beppe Guerini, presidente nazionale di Federsolidarietà ha dato il plauso al «bel progetto di confluenza». Presente in sala anche l’onorevole piddino Gian Mario Fragomeli: «La fusione serve ad anticipare i tempi e superare gli anacronistici sentimenti di divisione è importante. Lecco e Sondrio hanno molto in comune e non si devono disperdere». Altri ospiti i rappresentanti di Api Lecco, Cisl di Lecco e Como, Assimoco, Confcooperative e Coldiretti Sondrio.
«”Uno più uno” ha smesso di fare due – ha ricordato Martinoni – da quando lo scorso anno Papa Francesco ricordava come debba essere sempre moltiplicatore l’effetto che la cooperazione deve perseguire nel suo agire. Le numerose fusioni tra le nostre cooperative in questi ultimi anni ci dicono come la ricerca di nuove economie di scala sia forse la principale risposta per far fronte alla crisi ed alla trasformazione dei mercati».
Esempio positivo di precedenti fusioni quello delle tre delle mele ricordato Gian Luigi Quagelli, presidente di Melavì che ha affermato: «La cooperazione ha grandi radici, usiamo queste radici per fare crescere la pianta dritta verso il futuro». Maurizio Ottolini presidente di Confcooperative Lombardia, ha esortato a «continuare ad essere testimonianza viva di un altro modo di fare economia e testimoni di cittadinanza perché poca è la partecipazione diretta del cittadino in questo momento dei cambiamenti. Assumerà grande rilievo la partecipazione dei cittadini ai corpi intermedi dello Stato, che oggi sono indeboliti».
Riappropriarsi di un ruolo autentico al servizio di soci e delle imprese è quanto Maurizio Gardini, presidente nazionale di Confcooperative, ha ricordato come necessario: «Il passato è glorioso e ci ha consentito di acquisire autorevolezza. Non va dimenticato ma da solo non può aiutare a proiettare l’associazione verso il futuro. Il paese ha bisogno dei cittadini migliori – ha ricordato – che si carichino sulle spalle un pezzo dei problemi del paese».
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