Sondrio: calano le aziende in provincia, ma aumentano le imprese straniere

«Svizzeri e cinesi la cui presenza è consolidata rimangono su livelli stabili - sottolinea Marco Bonat, segretario generale della Camera di commercio di Sondrio -, mentre nel decennio crescono insieme all’Egitto, anche la Germania e il Brasile, legati al settore della ristorazione e del turismo»

Numero delle aziende in calo in provincia di Sondrio e nuova imprenditoria che parla straniero in aumento, hanno spiegazioni differenti, quasi opposte, i due fenomeni che contraddistinguono l’anagrafica del sistema imprenditoriale valtellinese.

Se infatti il numero delle nuove aziende vede un pesante passivo (-2.607 gli imprenditori italiani tra il 2013 e il 2023) e quello degli stranieri mostra invece un +132 secondo i dati dell’analisi dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre non è solo a causa della demografia, ma perché sta cambiando anche la struttura imprenditoriale locale.

«L’imprenditoria straniera che cresce e quella nel complesso che decresce manifestano due fenomeni diversi - l’analisi di Marco Bonat, segretario generale della Camera di commercio di Sondrio -. Quella straniera è fondamentalmente una startup, tipicamente di piccole dimensioni se non addirittura singola. Il sistema nel complesso esprime invece la tendenza a concentrare le realtà aziendali su dimensioni maggiori».

Ovvero meno imprese numericamente parlando, ma più grandi, in grado cioè di esprimere una massa maggiore sul piano economico. «Un fenomeno che si può vedere guardando i dati - ancora Bonat -: spariscono le società di persone e aumentano quelle di capitale. Le imprese sono meno ma più grandi con fatturati maggiori e con più dipendenti».

Di fatto la neo imprenditoria soprattutto di matrice straniera esprime una tendenza opposta a quella del sistema valtellinese nel suo complesso che si sta via via irrobustendo per affrontare il mercato essendo più competitivo e far fronte alla burocrazia. Secondo lo studio della Cgia di Mestre sarebbero proprio tasse, burocrazia, caro-bollette, costo degli affitti e un senso perenne di precarietà che attanaglia la vita di tantissime partite Iva ad avere smorzato in molti italiani la voglia di affermarsi nel mondo del lavoro attraverso l’autoimprenditorialità. O semplicemente la consapevolezza delle difficoltà che il “piccolo” si trova a dover affrontare.

Ma tornando agli stranieri, i dati della Camera di commercio di Sondrio indicano in Svizzera (271 al 2023, ovvero il 26,6% del totale degli imprenditori stranieri), Marocco (147) e Cina (115) le tre nazioni da cui arrivano i maggiori numeri con una situazione pressoché stabile degli elvetici e un calo invece dei marocchini, mentre crescono di 21 unità negli ultimi dieci anni (la variazione assoluta più elevata) coloro che provengono dall’Egitto, seguiti da Moldavia (17) e Albania e Romania (16 ciascuno).

«Svizzeri e cinesi la cui presenza è consolidata rimangono su livelli stabili - sottolinea Bonat , mentre nel decennio crescono insieme all’Egitto, anche la Germania e il Brasile, legati al settore della ristorazione e del turismo».

Ed è proprio quest’ultimo il settore in cui, insieme al commercio, la presenza di imprese straniere - il 6,1% del totale - è preponderante: nel 2023 il commercio vale il 10,5% - era l’8,4% dieci anni fa -, il turismo il 7,9 (era il 5,5% nel 2013) e le costruzioni il 6,8% (il settore valeva il 6%). Ma crescono anche trasporti e spedizioni: erano il 2,5% del totale delle imprese straniere nel 2013, sono il 4% nel 2023. Basta girare per i centri abitati del fondovalle per verificare quello che i numeri raccontano in altro modo. Sondrio con i numerosi bar e ristoranti gestiti da persone di nazionalità straniera, cinese per lo più, così come negozi di parrucchiere o estetica, ma anche fruttivendoli, alimentari, per non parlare dei banchi del mercato settimanale mostra uno spaccato emblematico della realtà.

© RIPRODUZIONE RISERVATA