Sondrio: 30 comuni su 77 non hanno uno sportello bancario

La BPS però va controcorrente: dall’inizio dell’anno ha aperto cinque sportelli. «C’è una questione di responsabilità sociale e di human digital: non può essere tutto digitale o tutto fisico» sostiene Mario Alberto Pedranzini, direttore generale e consigliere delegato dell’istituto di piazza Garibaldi

30 comuni su 77, il 40%, senza neanche uno sportello bancario in provincia di Sondrio. Pari al 10% della popolazione complessiva, al 20% della superficie e all’8% delle imprese.

Si è parlato anche di desertificazione bancaria, ovvero dell’abbandono “fisico” dei territori da parte delle banche, lunedì nel corso del convegno organizzato dalla Cisl di Sondrio sull’Educazione finanziaria. E lo si è fatto a partire dai dati dell’Osservatorio della First Cisl che riporta gli studi e le analisi del Comitato scientifico della Fondazione Fiba. E’ stato proprio Andrea Scaglioni della Fondazione ad introdurre il tema legato ad un fenomeno che solo nell’ultimo trimestre ha visto un rallentamento ma che, da tempo, presenta i tratti dell’allarme sociale.

Basti pensare che in Italia il 41,7% dei comuni italiani è completamente desertificato e il 24% prevede solo uno sportello, per visualizzare la situazione significa che c’è un’area vasta quanto i territori di Lombardia, Veneto e Piemonte messi assieme totalmente sprovvista di sportelli bancari. Che significa che ci sono milioni di persone - 685mila in Lombardia - costrette a spostarsi per accedere a servizi necessari alla loro vita quotidiana. Un problema che è andato via via aggravandosi senza che il ricorso sempre più spinto al digitale riuscisse a tamponare le falle.

Ma non sono solo le persone, in particolare gli anziani e coloro con una bassa propensione all’utilizzo degli strumenti digitali, a subire le conseguenze dell’abbandono dei territori da parte delle banche. Anche per molte piccole imprese la chiusura delle filiali rappresenta un problema rilevante che si riassume in meno credito. In Lombardia, sempre secondo i dati dell’Osservatorio le imprese che risiedono in Comuni che non hanno alcuna banca sono 45mila: 2.300 in più nell’ultimo anno (da settembre a settembre). E poi ce ne sono 84mila che hanno sede in Comuni con un unico sportello.

A livello nazionale la provincia di Sondrio veleggia circa a metà classifica, sia per quanto riguarda la desertificazione assoluta (comuni privi di sportelli bancari) sessantaseiesimo posto, che per quella relativa (comuni con un solo sportello) in cui è alla settantunesima piazza. La desertificazione impatta su persone e imprese, ma anche in termini di legalità venendo a mancare un controllo diretto. E se anche in Valtellina non ci sono grandi organizzazioni criminali, come ha ricordato il comandante della Guardia di Finanza Giuseppe Cavallaro, «bisogna incentivare la nostra attenzione soprattutto adesso che stiamo attuando il Pnrr con capitali ingenti che arrivano e che ci stiamo preparando per le Olimpiadi».

Avere banche di riferimento è importante per tutti. «La desertificazione tocca certamente le imprese - ha detto Loretta Credaro, presidente della Camera di commercio di Sondrio -, ma più il retail. Di sicuro serve un tessuto bancario ricco per tutta la comunità».

«La presenza di un interlocutore fisico è fondamentale per le famiglie che vogliono investire le loro risorse - ha sottolineato Christian Gambarelli, presidente Adiconsum Lombardia - Basti pensare che un terzo dei depositi italiani sono lasciati sul conto corrente, a dispetto dell’inflazione».

Ma c’è anche chi va controcorrente. E’ il caso della Banca popolare di Sondrio che non solo non ha chiuso alcuno sportello ma che dall’inizio dell’anno ne ha aperti cinque «perché - sostiene Mario Alberto Pedranzini, direttore generale e consigliere delegato dell’istituto di piazza Garibaldi - c’è una questione di responsabilità sociale e di human digital: non può essere tutto digitale o tutto fisico».

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