Economia / Sondrio e cintura
Sabato 09 Luglio 2016
Soldi al pluvirriguo: «Questa è linfa vitale
per l’agricoltura»
Gli enti montani di Sondrio e Tirano garantiranno 170mila euro da qui al 2018
L’impianto interessa 2600 aziende e copre 700 ettari.
Centosettantamila euro l’anno fino al 2018: 85mila stanziati dalla Comunità montana di Sondrio, altrettanti da quella di Tirano per l’impianto pluvirriguo da Piateda a Villa di Tirano gestito dal Consorzio di miglioramento fondiario Sponda Soliva.
In sintesi è questo il protocollo di intesa firmato ieri pomeriggio nella sede di via Nazario Sauro dal presidente Tiziano Maffezzini, dal numero uno del Consorzio Gianluigi Quagelli e da Giacomo Tognini, che presiede l’assemblea dell’ente comprensoriale tiranese. Risorse, queste, come si rimarca nel documento, a rimborso delle spese sostenute e per il mantenimento in efficienza dell’impianto, linfa vitale per ettari di frutteti e non solo, irrigando anche altri tipi di coltivazioni. Bastano pochi dati per capire quanto fondamentale sia il sistema di irrigazione: 2.639 le aziende agricole interessate per poco meno di 700 ettari di coltivazioni, distribuiti su più territori comunali.
Pur svolgendo un servizio privato, l’impianto, ha sottolineato Maffezzini, «ha una elevata rilevanza pubblica in quanto struttura utile per prevenire il degrado ambientale assicurando il permanere di un’attività agricola e dell’uomo sul nostro territorio».
Presupposti, che hanno portato i due enti comprensoriali, ad approvare un protocollo d’intesa che definisse compiutamente alcuni impegni relativi alla gestione economica delle spese sostenute dal Consorzio per le manutenzioni straordinarie dell’impianto, «investimenti indispensabili per garantirne il buono stato» ha aggiunto Tognini, tra l’altro in passato già presidente del Consorzio, ricordando altresì il quasi mezzo secolo di vita dell’impianto e di conseguenza la variabile degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, «che possono essere anche molto onerosi».
Quanto mai evidenti e strategiche le ricadute dell’impianto sull’economia del territorio e una eventuale chiusura dello stesso per la mancanza oppure insufficiente manutenzione straordinaria - all’anno il costo complessivo per la gestione si aggira attorno ai 500mila euro, 350mila dei quali coperti con gli incassi degli utenti - determinerebbe l’estinzione di tutte le attività agricole ed in particolare quelle collegate alla frutticoltura, configurando effetti irreparabili sul piano delle attività economiche dirette e dell’indotto relativo.
A tal proposito, presa la parola Quagelli, ringraziando gli enti, ha detto: «L’accordo, che perseguiamo da tempo, costituisce un perimetro di riferimento e di garanzia. Ed è molto importante perché stabilizza una situazione finanziaria e permette a Sponda Soliva di affrontare con serenità i prossimi tre anni: è una delle poche notizie positive in un momento in cui anche l’agricoltura sta affrontando passaggi molto delicati.
L’impianto irriga circa 700 ettari principalmente di frutteti, ma sottende a 2.500 ettari. Da questo punto di vista si è creata una diseconomia, che con queste risorse riusciamo a riequilibrare». Oltre che a non intervenire, ritoccandoli, sui canoni, che ogni azienda è tenuta a versare a Sponda Soliva per questo servizio: «In media per irrigare un chilo di mele – ha snocciolato dati Quagelli - il costo si aggira attorno ai due centesimi, considerando che è di 500 euro la spesa all’ettaro sostenuta da ciascuna azienda».
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