Economia
Lunedì 20 Gennaio 2025
«Siamo Gen Z Friendly con il Vivaio dei Talenti, qui tutti si danno del tu»
Cristina Zucchetti, tra le 100 donne più potenti in Italia,presiede il Gruppo nel quale il 22% dei collaboratori ha meno di 30 anni
Per la classifica di Forbes è tra le cento donne più potenti in Italia, per il Premio Bellisario è un esempio di inclusione e parità di genere, per il Presidente della Repubblica ha meritato l’onorificenza di Commendatore. Lei è Cristina Zucchetti, presidente e responsabile delle risorse umane del Gruppo Zucchetti, azienda leader per software, hardware e servizi con ricavi che sfiorano i 2 miliardi di euro. E per il nostro Osservatorio Delta Index che si occupa di attrattività delle aziende verso le nuove generazioni, cosa rappresenta? Possiamo dichiararla ufficialmente «Gen Z Friendly», per i tanti e interessanti motivi che emergono da questa intervista e dalle storie raccolte in azienda tra gli under 27. Accedere alla Torre Zucchetti, a Lodi, è come entrare nel Centro sportivo di una squadra di Serie A: incontri i campioni dell’innovazione digitale e insieme incroci la primavera della squadra, le nuove leve, i talenti del futuro. Cristina Zucchetti, insieme al fratello Alessandro ha trasformato l’eredità del padre Mino, in un’eccellenza italiana nel panorama internazionale. Una squadra da Champions che ha puntato molto sulla centralità del lavoratore in quanto persona e in particolare sui giovani con il «Vivaio dei Talenti», un programma formativo per attrarre la Generazione Z con focus sulle discipline Stem (Scienza, tecnologia, ingegneria e matematica).
Presidente Zucchetti, cosa significa per voi la Human Revolution?
«La Human Revolution rappresenta un nuovo modo di intendere il rapporto tra impresa e collaboratori, basato sul confronto e sul dialogo. In passato, la gestione delle risorse umane era spesso calata dall’alto; oggi ciò che cerchiamo è reciprocità e apertura. Siamo Gen Z Friendly. Attraverso soluzioni tecnologiche avanzate, come la nostra app ZConnect, agevoliamo il dialogo tra azienda e collaboratori, permettendo loro di prenotare una postazione in ufficio o accedere rapidamente a servizi come buste paga e agende condivise. Questo approccio tecnologico aiuta a migliorare la vita quotidiana e aumenta l’attrattività aziendale».
Come comunicate con una generazione, come quella degli under 27, abituata a vivere sui social media?
«Siamo sui principali canali social, come Instagram, LinkedIn e Facebook, dove cerchiamo di raccontare non solo il nostro lavoro, ma anche le esperienze dirette dei nostri collaboratori. Inoltre, collaboriamo attivamente con scuole e università per orientare gli studenti verso le discipline Stem, che oggi sono cruciali ma ancora poco frequentate. Crediamo anche che il nostro impegno verso la diversità e l’inclusività rappresenti un forte elemento di attrattività, specialmente per i giovani che desiderano lavorare in un ambiente equo e innovativo».
Inclusività è diventata una parola inflazionata. Mi racconti quali sono le iniziative concrete che mettete in atto per supportare la diversità e l’inclusione?
«Abbiamo ottenuto la certificazione per la parità di genere e, attualmente, il 43% dei nostri collaboratori sono donne, contro una media del settore informatico del 31%. Inoltre, promuoviamo l’inclusività attraverso progetti dedicati a persone neurodivergenti. Siamo stati i primi in Italia a sviluppare un percorso Ifts per formare ragazzi neurodivergenti come software tester. Questo non solo arricchisce l’ambiente aziendale, ma dimostra quanto crediamo che la diversità sia un valore aggiunto».
L’intelligenza artificiale sta cambiando i processi di selezione. Avete riscontrato più vantaggi o limiti?
«L’intelligenza artificiale è diventata un supporto fondamentale nella selezione. Consente di analizzare rapidamente un gran numero di CV, filtrando i candidati più in linea con le esigenze aziendali. Questo libera tempo per i selezionatori, che possono concentrarsi sulle fasi di colloquio, valutando competenze trasversali come leadership e capacità di lavoro in team. Tuttavia, le soft skills non sono sempre rilevabili tramite la tecnologia, ed è qui che interviene la professionalità dei nostri selezionatori».
Come gestite l’onboarding per fare in modo che i nuovi assunti non si sentano spaesati?
«Dedichiamo molta attenzione ai primi passi in azienda. Abbiamo un piano formativo strutturato e un processo di onboarding che include il supporto continuo dei selezionatori, check periodici e caffè virtuali per favorire il confronto. Inoltre, offriamo servizi di welfare come il programma di people care, che include assistenza sanitaria e opportunità culturali. Questo approccio aiuta i nuovi arrivati a sentirsi accolti e valorizzati sin dal primo giorno».
Capita che i ragazzi mandino il curriculum vitae e poi non ricevano più risposte. Quanto è importante per voi fornire un feedback, anche quando non vengono selezionati?
«Il feedback è una questione di rispetto. Ogni candidato che si candida attraverso il nostro portale riceve una risposta, anche se negativa. Crediamo che sia fondamentale lasciare un’impressione positiva dell’azienda, perché oggi potrebbe non essere il momento giusto per un candidato, ma in futuro le cose potrebbero cambiare».
Quali programmi formativi dedicate ai giovani?
«Abbiamo creato l’Academy Zucchetti, che include percorsi specifici come il Vivaio dei Talenti. Questi percorsi formano giovani provenienti da discipline Stem, offrendo stage retribuiti e training specializzati. Inoltre, collaboriamo con numerose università e Its per ampliare le opportunità formative. Trasparenza e crescita sono centrali nella nostra filosofia: i giovani devono sapere da subito quali sono le loro possibilità di sviluppo, sia in termini di carriera verticale che orizzontale».
Come bilanciate flessibilità e responsabilità nel lavoro quotidiano? «Puntiamo su fiducia e responsabilizzazione. Abbiamo eliminato la timbratura e adottato una modalità di lavoro flessibile, con spazi ottimizzati e orari adattabili. Alcune nostre sedi includono aree di relax e spazi per il team building, per favorire creatività e benessere».
Altri modi per supportare lo sviluppo personale dei collaboratori?
«Abbiamo il programma Talent Journey, che seleziona ogni anno una dozzina di giovani talenti per un percorso di formazione avanzata e coaching. Ciò permette ai partecipanti di sviluppare competenze trasversali e di creare relazioni interfunzionali, arricchendo il loro bagaglio professionale e personale».
Il turnover è un problema comune tra i giovani. Massimo due anni e poi cercano un nuovo posto di lavoro. Voi riuscite a trattenerli?
«Circa il 22% dei nostri collaboratori ha meno di 30 anni, e il tasso di turnover in questa fascia è del 6%. Per noi, il segreto è creare un ambiente stimolante e inclusivo che non riguarda solo i giovani ma tutti i collaboratori. Offriamo smart working, programmi di welfare personalizzati e benefit per genitori e famiglie. Abbiamo introdotto borse di studio per i figli dei dipendenti e supporto psicologico, oltre a percorsi di rientro al lavoro per i neo-genitori».
Giovani e senior non sempre si capiscono e spesso si arriva alla rottura. Come affrontate le differenze generazionali in azienda?
«La nostra cultura aziendale è da sempre poco gerarchica, e tutti si danno del “tu”, dal responsabile all’ultimo arrivato. Questo favorisce lo scambio e la comprensione reciproca. Inoltre, progettiamo ambienti di lavoro moderni, con spazi ricreativi e servizi dedicati al benessere, per rispondere alle aspettative dei giovani. Crediamo che il confronto tra generazioni sia una ricchezza e che le differenze possano generare innovazione».
Come supportate il benessere dei collaboratori, specialmente in un periodo di cambiamenti rapidi?
«Promuoviamo già da tempo webinar dedicati alla corretta alimentazione e all’attività fisica e abbiamo anche messo a disposizione uno sportello psicologico online. Nella nuova sede di Lodi attualmente in costruzione (Zucchetti Village) avremo spazi dedicati al benessere fisico e mentale e forniremo ulteriori servizi per la salute dei nostri collaboratori».
Alessia Iskrev analista funzionale b. u. «business intelligence». Tra università e smart working: «Così unisco studio e carriera»
A 25 anni, Alessia Iskrev è già un esempio concreto di come passione e determinazione possano superare barriere apparentemente insormontabili. Oggi analista funzionale nella business unit di «Business Intelligence» del Gruppo Zucchetti, Alessia racconta il suo percorso insolito, che l’ha portata dal liceo classico a studiare e lavorare nel mondo dell’ingegneria informatica. «Ho frequentato il liceo classico Allende di Milano, ma durante l’ultimo anno mi sono resa conto di avere una forte propensione per le materie scientifiche», spiega Alessia. Una scoperta che l’ha portata a intraprendere un percorso universitario Stem, iscrivendosi a Ingegneria informatica a Pavia. «Durante gli studi, però, sentivo il bisogno di mettere in pratica ciò che fino a quel momento avevo visto solo a livello teorico. Così ho iniziato a cercare esperienze lavorative su LinkedIn e ho incontrato la realtà di Zucchetti». Nonostante iniziali preoccupazioni, Alessia ha trovato nell’azienda l’ambiente ideale per conciliare studio e lavoro affiancata all’inizio da un tutor aziendale. «La prima cosa che mi ha colpito è stata la possibilità di fare smart working. Venendo da Milano e lavorando a Lodi, questo mi ha permesso di gestire al meglio gli spostamenti. Inoltre, in Zucchetti è possibile Alessia Iskrev, 25 anni pianificare periodi di studio in modo dedicato, il che mi consente di portare avanti entrambi gli impegni senza rinunce». Un altro aspetto che Alessia sottolinea è l’ambiente inclusivo e stimolante: «Sono una ragazza giovane e lavoro con persone di età molto diverse dalla mia. Nonostante il divario generazionale, mi sento a mio agio e apprezzata. Questo mi ha dato la sicurezza per crescere sia dal punto di vista professionale che personale». Alessia è la dimostrazione che anche un percorso atipico può condurre a traguardi importanti, soprattutto quando si trova un contesto lavorativo che valorizza la flessibilità e il talento. Concludendo, dice: «Questa esperienza mi sta insegnando che, con il giusto supporto, è possibile costruire il proprio futuro senza dover scegliere tra studio e carriera».
Deborah Rebecca iten web developer B. U. «erp». «A mio agio sin dal primo incontro Mai giudicata, sono me stessa»
Deborah Rebecca Iten ha 24 anni e anche lei ha già raggiunto un traguardo importante nel mondo del lavoro: lavora come web developer nella business unit «Erp» di Zucchetti. La sua è la tipica storia di come un’azienda possa lasciare un segno già durante le scuole superiori. La sua storia, infatti, comincia sui banchi dell’IIS «Alessandro Volta» di Lodi, dove ha frequentato l’indirizzo informatico. Durante gli anni della scuola superiore, l’alternanza scuola-lavoro le ha offerto la possibilità di entrare in contatto con Zucchetti. Un’esperienza che si è rivelata determinante: «Mi sono trovata bene sin da subito, ho avuto modo di confrontarmi con una realtà aziendale concreta e stimolante», racconta Deborah. Dopo il diploma, si sono aperte per lei diverse opportunità, ma la scelta è ricaduta nuovamente su Zucchetti: «Fin dal nostro primo incontro mi ero sentita a mio agio. Il colloquio è andato bene e ho deciso di accettare l’offerta, anche se avevo anche altre offerte». La sua avventura professionale è iniziata così, con l’ingresso nel programma «Vivaio dei Talenti», un percorso formativo esclusivo che Zucchetti organizza ogni anno per neodiplomati selezionati. Grazie a questa esperienza, Deborah ha potuto consolidare le nozioni apprese a scuola e acquisire nuove competenze tecniche e pratiche. «Questo è il mio primo lavoro, ed è stato bello non sentirmi mai giudicata per la mancanza di esperienza. Mi hanno permesso di crescere e di essere me stessa», spiega. Tra gli aspetti positivi del suo lavoro, Deborah sottolinea anche l’introduzione dello smart working, che le consente di gestire al meglio il suo tempo e la sua produttività. Oggi, Deborah guarda al futuro «con entusiasmo, forte delle competenze acquisite e del supporto ricevuto da un’azienda che crede nei giovani e investe nel nostro talento».
Fabrizio Del Grandi assistenza clienti b. u. «safety solution». Dall’alternanza scuola-lavoro al mondo della sicurezza
Fabrizio Del Grandi, ventenne, è ancora più giovane delle sue colleghe Alessia e Deborah, eppure ha già trovato la sua strada nel mondo del lavoro, ricoprendo il ruolo di assistenza ai clienti nella business unit « Safety solution» di Zucchetti. Originario di un paese vicino a Lodi, il suo percorso è iniziato tra i banchi dell’Istituto tecnico economico «Agostino Bassi», dove l’incontro con l’azienda è avvenuto grazie ai progetti di alternanza scuola-lavoro. «Già durante le superiori, grazie all’alternanza, ho avuto modo di conoscere da vicino la realtà di Zucchetti», racconta Fabrizio. Questo primo contatto si è rivelato cruciale: subito dopo il diploma, è stato contattato dall’azienda e assunto in apprendistato nel team dedicato alle soluzioni di sicurezza. Un’opportunità che gli ha permesso di unire l’ambizione di apprendere a un ambiente lavorativo stimolante e dinamico. Il lavoro di Fabrizio consiste nel fornire supporto ai clienti. «È un lavoro stimolante perché ogni giorno imparo qualcosa di nuovo. Non è mai monotono», spiega. Tra gli aspetti che apprezza maggiormente, c’è la flessibilità: grazie allo smart working, può gestire al meglio il suo tempo, conciliando gli impegni lavorativi con la passione per lo sport. L’ambiente di lavoro in Zucchetti si distingue anche per il suo approccio informale e inclusivo. «Quando vengo in ufficio, non devo preoccuparmi di indossare abiti formali: posso essere me stesso senza paura di essere giudicato». Anche le gerarchie aziendali si percepiscono meno rigide: «Durante la pausa pranzo, posso scegliere se uscire con i colleghi o rilassarmi da solo in ufficio. Questo contribuisce a creare un clima di lavoro sereno e motivante». Fabrizio guarda al futuro con ottimismo, consapevole che l’esperienza in Zucchetti «rappresenta un’importante base per la mia crescita professionale e personale».
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