Economia / Tirano e Alta valle
Domenica 11 Agosto 2013
Sensori e stazioni sullo Stelvio
«Monitoriamo il ciclo dell’acqua»
Per fare questo, indispensabile essere informati, disporre di dati certi sui quali basare le proprie azioni, e divulgarli al meglio
Promuovere un corretto e razionale utilizzo di una risorsa così preziosa come è l’acqua.
Per fare questo, indispensabile essere informati, disporre di dati certi sui quali basare le proprie azioni, e divulgarli al meglio. A questo obbiettivo mira il Parco Nazionale dello Stelvio alle prese con la messa a punto di una nuova rete di sensori per misurare la disponibilità idrica.
Il comitato di gestione per la regione Lombardia del Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio, ha infatti deciso di sostenere un progetto di ricerca e di monitoraggio del ciclo dell’acqua all’interno dell’area protetta in collaborazione col politecnico di Milano e con l’università degli Studi di Milano per gli aspetti legati, rispettivamente, all’idrologia ed alla glaciologia.
Il progetto “Idro-Stelvio”, iniziato nel 2010 e ora in pieno svolgimento, prevede il monitoraggio dei flussi idrici mediante l’installazione di una rete di stazioni idrometriche. I sensori misurano continuamente il livello di alcuni dei corsi d’acqua principali del Parco, permettendo così di quantificarne portate e regimi idrologici.
Lo scorso anno sono state installate dieci stazioni, rispettivamente tre in valle del Braulio, altrettante nella valle di Gavia e quattro nella valle dei Forni. Dal punto di vista altimetrico le stazioni si distribuiscono fra 1734 metri di altitudine (valle del Gavia) e i 2506 metridello Stelvio.
«Quest’estate – hanno fatto sapere però Daniele Bocchiola, Guglielmina Diolaiuti, Claudio Smiraglia - verranno installate altre due stazioni, verosimilmente in val Zebrù e in val di Rezzalo. Queste stazioni sono composte da un sensore che è in grado di misurare il livello dell’acqua e da un data logger, che serve per la memorizzazione dei dati, posto all’interno di una scatola impermeabile.
E l’intera stazione viene alimentata da una batteria che è caricata tramite un pannello solare».
Dando uno sguardo ai dati fin qui raccolti, i bacini complessivamente monitorati dalle stazioni rappresentano il 26% dell’area del Parco in provincia di Sondrio per un totale di 127 chilometri quadrati su 494. Il 6% della superficie del Parco dello Stelvio è interessata da apparati glaciali; nel catasto del 2007 sono stati censiti nel settore lombardo 82 ghiacciai il 78% dei quali rientra nei bacini fluviali monitorati.
Grazie a questo sistema di controllo e rilevamento, il settore lombardo del Parco Nazionale dello Stelvio è probabilmente una delle pochissime aree protette al mondo a possedere una rete di monitoraggio idrologico così estesa.
Si aggiunga come l’utilizzo dei dati forniti da una rete idrologica di tale estensione, unitamente alle informazioni meteorologiche regolarmente disponibili, può condurre alla realizzazione di modelli matematici atti a schematizzare, rappresentare e prevedere l’andamento dei flussi idrologici nell’area con importantissime ricadute pratiche sull’utilizzo dell’acqua. Le difficili condizioni operative - deve essere comunque sottolineato - richiedono inoltre un’attenta e continua manutenzione della rete idrometrica in via di completamento che rappresenta il vero fiore all’occhiello del Parco.
© RIPRODUZIONE RISERVATA