Economia / Lecco città
Mercoledì 11 Novembre 2015
Sempre più lecchesi in Svizzera
Attratti dagli stipendi medi alti
Nel 2001 in Canton Ticino erano 38, nel 2014 se ne contano 379. L’allarme della Cna: l’esodo riguarda soprattutto i lavoratori specializzati
Sempre più lecchesi vanno a cercare lavoro in Svizzera, spinti dalla difficoltà di trovare lavoro in patria e anche attratti da stipendi medi molto più alti di quelli italiani.
Fra loro, secondo un allarme lanciato nei giorni scorsi dalla Cna Lecco-Como, sono sempre più numerosi i lavoratori specializzati, in una fuga che fa crescere i problemi delle imprese locali.
Per quanto riguarda Lecco, dal 2001 al 2014 secondo dati dell’Ufficio Statistica del Canton Ticino elaborati dalla Cna Lecco-Como il numero di lavoratori lecchesi in Canton Ticino è cresciuto di dieci volte, dai 38 di 14 anni fa ai 379 registrati a fine dicembre scorso.
La crescita più forte è coincisa con l’inizio della crisi economica visto che dai 99 lavoratori lecchesi presenti in Ticino nel 2007 si passa ai 144 del 2008, ai 181 del 2009, ai 234 del 2010. E così via anche nel 2011 (279 lavoratori), nel 2012 (300), nel 2013 (345).
Una tendenza che preoccupa «in particolare – spiega la Cna Lecco-Como citando dati dell’Ufficio di Statistica del Canton Ticino aggiornati a marzo 2015 – per le figure addette a professioni ad alto contenuto scientifico ed intellettuale, fra cui si registra un incremento degli esodi dall’Italia verso le imprese ticinesi pari al 195% in dieci anni».
Per i lavoratori il tema è quello del forte richiamo di migliori condizioni salariali, mentre per le imprese italiane la partita persa è quella del peso delle componenti non salariali del costo del lavoro (28,2% del totale per l’Italia, 20,9% per la Svizzera) che crea «un gap in grado di spostare molto la bilancia competitiva a favore delle imprese ticinesi».
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