Risparmi di energia. Facciamoli a casa e salviamo le aziende

Confindustria Il presidente Plinio Agostoni va oltre: «Urgente l’adozione di misure a livello europeo, dal price cap al contrasto ai fenomeni speculativi»

Docce più brevi e meno calde, caloriferi più bassi e accesi per molto meno tempo, led di tv e decoder spenti. Sono queste alcune delle soluzioni che il ministero della Transizione energetica ha messo nero su bianco per provare a contrastare le difficoltà che attendono il Paese nei prossimi mesi a fronte non soltanto dei rincari energetici ma anche della futura disponibilità di materia prima.

Ecco dunque su cosa si basa il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale, che indica “cosa possono fare i cittadini”, limitando le temperature a 17 gradi per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, o a 19 gradi per tutti gli altri. Indicata anche una riduzione nell’esercizio degli impianti termici: 15 giorni in meno complessivamente (accensione 8 giorni più tardi e spegnimento anticipato di 7), con riduzione di un’ora di accensione quotidiana.

Ma le imprese cosa ne pensano? «I consumi domestici hanno un alto impatto e, in un momento come questo, l’adesione dei cittadini a misure comportamentali come quelle indicate può dare un contributo rilevante - commenta il presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Plinio Agostoni -. È evidente che si tratta di un impegno volontario sul quale realisticamente non sarà possibile effettuare controlli; tuttavia, credo che si possa fare molto per spingere sulla strada di consumi più consapevoli, guardando all’interesse comune e nella logica della sostenibilità. Un aiuto alle famiglie in questo senso può fra l’altro venire anche dall’introduzione di alcune soluzioni tecnologiche, disponili ormai a costi contenuti. D’altro canto, ed è la vera nota dolente, l’entità stessa dei rincari da sostenere sarà probabilmente tale da mettere le famiglie nelle condizioni di ridurre in ogni caso i consumi, per contenere le bollette».

Diverso il discorso relativamente alle aziende. «Dal punto di vista delle imprese, e per la tenuta economica e sociale del Paese, non solo deve essere garantita energia per la continuità produttiva - fa presente Agostoni -: come detto in più occasioni è urgente l’adozione di misure a livello europeo, dal price cap al contrasto ai fenomeni speculativi. Sul fronte consumi è anche importate sottolineare che il sistema produttivo già da tempo è impegnato nell’efficientamento dei processi, ottimizzando anche i consumi energetici».

Ma price cap e fonti rinnovabili sono le soluzioni più concrete ed efficaci per uscire dall’emergenza? Secondo il presidente degli industriali dei territori lecchese e sondriese, «sono entrambe soluzioni efficaci, che guardano a orizzonti temporali diversi. Il tetto al prezzo del gas serve subito ed è strategico per affrontare l’emergenza nell’immediato e scongiurare conseguenze molto gravi. Le rinnovabili sono una risorsa che deve necessariamente essere parte integrante di un nuovo mix energetico che ponga il Paese al riparo da situazioni analoghe a quella che stiamo vivendo; una nuova strategia, questa, alla quale pensare sin da subito ma i cui tempi di realizzazione non possono essere evidentemente immediati».

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