Economia / Lecco città
Venerdì 13 Marzo 2015
Rischia anche Lecco
nel piano Telecom
Anche quattro dipendenti lecchesi sono interessati dal piano di ristrutturazione del servizio di call center
Anche quattro dipendenti lecchesi sono interessati dal piano di ristrutturazione del servizio di call center che ha già portato alla chiusura, da parte di Telecom Italia, delle sedi di Pomezia, Sassari e Cosenza e che ora interessa anche la Lombardia con un piano di trasferimenti che porterebbe i lavoratori lariani a Varese.
Sono 278 i dipendenti coinvolti a livello nazionale, 119 in Lombardia.
Ieri la IV Commissione del Consiglio regionale della Lombardia, presieduta da Angelo Ciocca (Lega Nord), si è confrontata in audizione con i lavoratori e i rappresentanti sindacali interessati alla chiusura della sede Operation Caring di Telecom Italia di Pavia, con relativo trasferimento di 25 dipendenti a Milano.
Ma la riorganizzazione aziendale – secondo i dati forniti dalla Cgil in Commissione - prevede lo spostamento di sede anche di 13 lavoratori di Busto Arsizio (Varese), 41 di Como, 1 di Cremona, quattro di Lecco, 34 di Monza a uno di Sondrio.
All’incontro era presente anche il sindaco di Pavia, Massimo Depaoli.
I sindacati e i lavoratori hanno illustrato nel dettaglio la situazione, sostenendo che ci siano le condizioni per rivedere il piano, confrontandosi con istituzioni e dipendenti.
«Il nostro impegno – spiega il presidente Angelo Ciocca – è quello di chiedere a Telecom Italia di venire in Commissione giovedì prossimo per illustrare le ragioni della ristrutturazione e aprire un tavolo di confronto regionale da cui far uscire una soluzione che rispetti i lavoratori e il territorio lombardo».
«Prevediamo - aggiunge - di portare in Consiglio una risoluzione mirata per il 14 di aprile e, nel frattempo, lavorare ad una alternativa. C’è spazio sicuramente per prove di intelligenza, poi non escludiamo prove di forza da concordare con i sindaci. Un esempio? Bloccare le autorizzazioni ai tagli strada».
«Si sta riproponendo in Lombardia una situazione analoga a quella generata da Poste Italiane – aggiunge il consigliere segretario, Onorio Rosati (Pd) – Un’operazione che non comporta risparmi sui costi e di cui non si capisce la ratio, se non creare disagio a lavoratori e lavoratrici e al territorio. Vogliamo avere dall’azienda una fotografia precisa dell’operazione provincia per provincia e chiediamo a Telecom di venire in Commissione per creare i presupposti alla partecipazione a un tavolo regionale che possa anche far rivalutare questa scelta».
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