Economia / Sondrio e cintura
Domenica 15 Marzo 2015
Riforma popolari, Venosta: «Penalizzati ingiustamente»
Così il presidente della Banca Popolare di Sondrio, Francesco Venosta, dopo il via libera della Camera (ora serve il via libera del Senato) al decreto che impone alle maggiori popolari la trasformazione in spa.
«Ingiustamente penalizzati nella nostra natura di banca cooperativa».
Così il presidente della Banca Popolare di Sondrio, Francesco Venosta, dopo il via libera della Camera (ora serve il via libera del Senato) al decreto che impone alle maggiori popolari la trasformazione in spa. A margine di un convegno sulle popolari organizzato dalla Regione Lombardia, Venosta ha sottolineato che le popolari italiane sono state «trattate in modo diverso, e forse anche in modo ingiustificato, perché in Europa ci sono realtà bancarie enormi che sono fondate sul voto capitario e stanno funzionando bene. Nessuno credo abbia in mente di eliminarle come tali. Questa - ha concluso - è un’iniziativa tutta italiana».
E poi c’è l’ipotesi di far entrare la Regione Lombardia con una quota di minoranza nelle banche popolari locali che piace al governatore Roberto Maroni. La proposta lanciata dal consigliere regionale Antonio Saggese «ci interessa e la valuteremo», afferma Maroni, spiegando che questa idea «deve fare i conti con due questioni: la normativa di legge e le risorse, perché con la legge di stabilità il Governo ci impedisce di fare investimenti nel 2015».
Il governatore lombardo evidenzia che «le popolari sono un sistema molto importante e utile delle nostre realtà che va salvaguardato». La riforma del Governo, invece, secondo Maroni, «snatura questo sistema».
L’idea di Saggese, avanzata dal consigliere regionale della lista Maroni presidente, è di «comprare un pacchetto azionario e sindacarlo con altri soci della banca con l’obiettivo di salvaguardare il credito sul territorio e i livelli occupazionali».
Un’ipotesi potrebbe essere quella di entrare con il 2% nelle banche popolari: questo «costerebbe 260 milioni» stima Saggese, sottolineando che la Regione «non li ha, ma potrebbe averli se ottenesse i 50 miliardi di euro di residuo fiscale dallo Stato».n
© RIPRODUZIONE RISERVATA