Economia / Sondrio e cintura
Giovedì 25 Luglio 2019
“Reddito”: accolte 6 domande su 10
Numeri diffusi dall’Inps. Accettate in provincia 930 richieste su un totale di 1514, ma quello che manca è il lavoro. I sindacati: «Lo scopo non era un sostegno fine a se stesso, ma un meccanismo per essere avviati a un’occupazione».
Più di sei domande su dieci per il reddito di cittadinanza presentate in provincia di Sondrio sono state accolte. Secondo i dati diffusi dall’Inps, il 61,4% delle richieste - 930 su un totale di 1514 - sono state accettate. La consegna della documentazione è iniziata a marzo (825 domande, di cui 538 accolte), poi è proseguita in aprile (286 e 189), maggio (233 e 13), giugno (135 e 67) e luglio (35 presentate e per ora nessuna accolta). A livello nazionale, sempre sulla base delle informazioni dell’istituto, sono state 1.401.225 e 895.220. La provincia di Sondrio, questa volta, non è in fondo alla classifica: a Belluno sono state accolte solo 738 domande e a Bolzano 341. Secondo le stime curate in inverno dalle organizzazioni sindacali, in linea con alcune analisi promosse a livello nazionale, sono oltre 2.500 in provincia di Sondrio le persone che avrebbero una certificazione Isee “compatibile” con la domanda.
«Questo numero piuttosto limitato di domande effettivamente consegnate è determinato anche da una variabile culturale: si cerca di evitare di chiedere aiuto se proprio non si è costretti», sottolinea dalla Cgil il segretario generale Guglielmo Zamboni.
Naturalmente ci sono state altre motivazioni che hanno inciso, in questi cinque mesi, sulla possibilità di accedere al reddito di cittadinanza e anche sulla base di questi motivi ci sono stati quasi seicento casi di domande respinte. In alcuni casi a bloccare l’iter ci sono state dimissioni volontarie dal posto di lavoro, oppure il possesso di beni immobili o il recente acquisto di veicoli, in particolare un’auto nuova nei sei mesi che hanno preceduto la presentazione della domanda di accesso al sussidio. Tramite il centro di assistenza fiscale della Cisl di Sondrio sono state presentate circa 650 domande.
«C’è stata un’affluenza elevata nei primi mesi, alla fine dell’inverno e in primavera - sottolinea il responsabile Marco Contessa -, poi si è assistito a un calo progressivo. Successivamente sono arrivati i primi contributi». Ma quello che manca, è non è certo un dettaglio, è la seconda fase. La Cisl, sin dai giorni della presentazione del provvedimento tanto caro al vicepremier Luigi Di Maio, ha sottolineato che il reddito cittadinanza rappresenta una risposta alla povertà dilagante, ma anche che al tempo stesso occorre anche investire su crescita e sviluppo. «Aspettiamo la componente del provvedimento dedicata alla generazione dei posti di lavoro – prosegue Contessa -. Non abbiamo ancora i navigator all’opera e non mi risulta che ci siano lavoratori occupati grazie al reddito di cittadinanza». Nessun pregiudizio verso l’aiuto a coloro che hanno bisogno, insomma, ma non basta. «L’obiettivo non era un sostegno fine a se stesso, ma un meccanismo per essere avviati al lavoro - prosegue Contessa -. Questo passaggio non c’è ancora e non si intravede nemmeno». Anpal ha assicurato che in agosto in Lombardia i navigator diventeranno operativi.
«Sarebbe stato bello vedere partire questa misura con tutta l’architettura completa, invece la si riempie piano piano», ribadisce Contessa. Ma come ampiamente osservato, nella mentalità collettiva l’aspetto assistenziale è stato molto più rilevante «rispetto alla creazione di posti di lavoro che rendono autonomi i cittadini».
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