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Sabato 21 Dicembre 2024
Salari, Lecco al settimo posto nazionale. Ma gli stipendi crescono meno della media
Secondo dati elaborati dalla Cgia di Mestre su 105 province italiane, con una retribuzione lorda mensile media di 2.059 euro Lecco è nella fascia più alta della classifica nazionale dei redditi da lavoro dipendente, al settimo posto nazionale, dietro a Milano (2.642 euro), Monza Brianza (2.218), Parma (2.144), Modena (2.129), Bologna (2.123), Reggio Emilia (2.072).
Lecco non è tuttavia fra le province in cui gli stipendi crescono di più, visto che col +2,8% (rispetto al 2022) è sotto la media nazionale (3,5%) e regionale della Lombardia (+3,3%). Ma l’inflazione ha segnato un +5,6%.
Nel 2023 il monte salari sui 104.736 lavoratori dipendenti privati di Lecco e provincia è stato di 2,8 miliardi di euro.
Quello mensile lordo è evidentemente un dato macro, che non tiene conto dei diversi settori in cui le differenze di retribuzione possono essere notevoli.
“Il dato – afferma Matteo Dell’Era, presidente dell’Ordine dei Consulenti del lavoro di Lecco - qualifica il valore salariale non tanto in sé, quanto in relazione al confronto con gli stipendi medi delle altre province. Come per il resto del Nord Italia, Lecco ha una buona posizione e ciò evidenzia la frattura fra Nord e Sud Italia in termini di reddito da lavoro dipendente. A Lecco – aggiunge Dell’Era - mediamente negli ultimi 2-3 anni le retribuzioni si sono decisamente alzate come conseguenza della mancanza di personale qualificato e, quindi, in un mercato del lavoro che ha visto uno spostamento di lavoratori fra le imprese del territorio a fronte di miglioramenti retributivi, per un maggior potere contrattuale che hanno oggi i lavoratori qualificati. Dal diretto osservatorio del nostro studio professionale vedo che le nostre aziende clienti che assumono nuovo personale lo fanno a discapito di altri datori di lavoro che si vedono rassegnare le dimissioni e la base di partenza contrattuale per la proposta di lavoro è il precedente stipendio maggiorato per convincere il lavoratore ad accettare”.
Tuttavia l’aumento salariale in percentuale contenuta che si registrato nel 2023 a Lecco si collega “probabilmente al fatto che a Lecco pur essendoci mobilità è comunque più bassa rispetto a quella di altre province. Chi si trova bene in un’azienda è più resistente al cambiamento, anche a fronte di vantaggi economici. Probabilmente la mobilità fra azienda e azienda a Lecco è più bassa rispetto ad altre province”.
Nei dati nazionali nel 2023 il monte salari è stato di 411 miliardi di euro erogati a un totale di 17,3 milioni di lavoratori dipendenti privati, per una retribuzione media mensile lorda di 1.828 euro, su un totale che in una quota di oltre il 60% è stata erogata a lavoratori del Nord Italia.
Evidente la disparità salariale fra Nord e Sud: nella graduatoria delle 105 province la prima realtà geografica del Mezzogiorno è Chieti, che occupa il 55mo posto con una retribuzione mensile media di 1.598 euro. Infine, spiega il report della Cgia, tra le province con le retribuzioni più “leggere” ci sono Trapani con 1.143 euro, Cosenza con 1.140 euro e Nuoro con 1.129 euro. Maglia nera a livello nazionale è Vibo Valentia, dove i dipendenti occupati in questo territorio percepiscono uno stipendio mensile medio di soli 1.030 euro. E se un aiuto ai redditi può arrivare anche dalla contrattazione di secondo livello, questa in Italia ad oggi investe solo 5,6 milioni di lavoratori.
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