Economia / Valchiavenna
Mercoledì 25 Gennaio 2017
Quando la cucina è amica della salute
Lo si impara a scuola
Asst e istituti alberghieri collaborano insieme. Gli esperti hanno spiegato ai ragazzi le diete migliori per le malattie renali. Poi si proveranno i diversi menù.
Conciliare il piacere della buona tavola con le esigenze della salute. A questo mira il progetto “Cucina amica della salute” che vede la collaborazione tra l’unità operativa di Nefrologia di Asst Valtellina e Alto Lario e gli istituti professionali alberghieri Crotto Caurga, di Chiavenna, e Caterina Alberti di Bormio. Lo scopo è implementare la collaborazione fra mondo della sanità e quello della scuola per trasferire e praticare, nella quotidianità, percorsi di salute fondamentali per la prevenzione e il trattamento delle malattie, in particolare, in questo caso, della malattia renale.
La dieta, del resto, è uno dei principali elementi della terapia delle malattie renali, come di molte altre malattie croniche, e il progetto nasce dalla necessità di prescrizione di una dieta ipoproteica, a basso contenuto di proteine, con utilizzo di prodotti speciali aproteici quali pasta, pane, farina, in grado di ridurre l’incidenza di complicanze legate all’insufficienza renale.
«Dal 2013, ogni anno, il secondo giovedì di marzo, giornata mondiale del rene, organizziamo un incontro con le classi quinte delle scuole superiori per parlare di prevenzione delle malattie renali, ma, in questa occasione, - spiega Carla Colturi, alla guida della Nefrologia di Sondrio - abbiamo voluto coinvolgere gli studenti in un vero e proprio progetto. D’intesa coi presidi dei rispettivi istituti, abbiamo organizzato due incontri in ciascuno, il primo utile a trasferire i concetti fondamentali riferiti alla malattia renale cronica, all’ipertensione arteriosa e al diabete, e il secondo incentrato sul tema della dieta».
A Bormio è, quindi, intervenuta Carla Colturi, cui ha fatto seguito l’incontro con Cecilia Biazzi, dietista, titolare dell’ambulatorio per pazienti con insufficienza renale cronica all’ospedale di Cinisello Balsamo, mentre a Chiavenna è intervenuta Irene Acquistapace, nefrologa di Asst ValtLario, e il 10 febbraio prossimo il percorso si concluderà con la dietista Biazzi.
Dopo toccherà agli studenti mettere in pratica le conoscenze acquisite, misurandosi nella preparazione di un menù mirato aproteico, che verrà cucinato e sottoposto al “giudizio” di pazienti in trattamento per insufficienza renale e ad operatori sanitari di settore, in un incontro gastronomico.
A Bormio gli studenti della classe coinvolta, la IV Enogastronomia, 24 in tutto, si sono entusiasmati al progetto e, guidati da Roberto Ghilotti, loro insegnante di Cucina, si stanno cimentando nel preparare il menù ipoproteico, che prevede la sostituzione di pane e pasta con prodotti aproteici forniti, da ditte specializzate. Stanno mettendo a punto un menù completo, dal pane al dolce, anche se è, forse, ancora presto per svelarlo.
Anche perché, da Chiavenna, le due V Enogastronomia coinvolte, 45 studenti in tutto, coordinate dall’insegnante di Cucina Davide Iaria, ancora non possono “rispondere” come vorrebbero, dato che prima di cimentarsi con le preparazioni devono assistere alla lezione della dietista Biazzi. Poi sarà sfida ai fornelli.
«Con questa sinergia, che si riafferma e consolida anno per anno, - afferma Giovanni Monza, direttore sanitario di Asst ValtLario – la nostra Asst vuole contribuire alla formazione degli studenti nel loro ambito, fornendo competenze rispetto alla preparazione di piatti adatti ai pazienti nefropatici. E, insieme, assolvere al proprio mandato istituzionale di promuovere prassi di prevenzione nei confronti dei cittadini. Formare gli studenti, infatti, significa moltiplicare, nel tempo e attraverso il loro operato, l’informazione rispetto al tema presso la cittadinanza».
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