Economia / Sondrio e cintura
Giovedì 16 Marzo 2017
Proposta Melavì rivolta alla Regione
«La mela di Valtelllina sia mela lombarda»
I vertici dell’azienda con l’assessore Fava. Chiesto un sostegno per marketing e comunicazione. «Abbiamo bisogno di progetti con obiettivo specifico».
Che la mela di Valtellina diventi la “mela lombarda”. A questo obiettivo punta il nuovo consiglio di amministrazione di Melavì, che ieri pomeriggio ha incontrato l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Fava per chiedere un sostegno in termini di marketing e comunicazione per il rilancio del comparto ortofrutticolo.
Porte aperte da parte di Regione Lombardia, «a fronte però – ha precisato Fava – di progetti precisi». Il presidente di Melavì, Bruno Delle Coste, era affiancato dal vicepresidente Giambattista Pruneri (assente il secondo vicepresidente Edoardo Micheletti), dal direttore Dario Poletti, dai consiglieri Franco Marantelli e Martino Della Vedova e dalla nuova figura del responsabile del controllo gestione (con compiti di controllo dei costi, ipotesi di budget, economicità e valutazione di budget) Luigi Pignataro (figura istituita proprio per volere di Delle Coste).
È stato chiesto alla Regione «l’impegno a riconoscere la mela di Valtellina e l’importanza della frutticoltura a livello lombardo. Vorremmo che la maggiore interazione con la Regione non resti legata solo alla nostra forza commerciale. Stiamo lavorando molto per offrire ottimi prodotti anche in termini di trasformato, come il succo di mela su cui stiamo investendo. Prodotti interessanti dal nostro punto di vista, da proporre nelle scuole, negli ospedali, per le macchinette. Ci stiamo impegnando per valorizzare la mela, ma abbiamo bisogno del supporto delle istituzioni che credano nella bontà di questo frutto e del mangiare sano».
Ma cosa concretamente potrebbe fare la Regione? Secondo Melavì, il Pirellone potrebbe “ricordarsi” della mela valtellinese negli eventi sportivi oppure di altro tipo che organizza. «Se Melavì dovesse comprarsi uno spazio in fiera – ha sostenuto Pignataro -, i costi sarebbero alti e andrebbero a discapito dei frutticoltori, ai quali vorremmo invece liquidare qualche centesimo in più. Pertanto se la Regione ci aiuta o partecipa all’acquisizione di spazi, in generale nella campagna di marketing e comunicazione, come ad esempio per un passaggio televisivo, i vantaggi sarebbero doppi: per la visibilità del nostro prodotto e dal punto di vista economico per Melavì».
Una situazione quella economico-finanziaria «sotto controllo», tanto che sono stati liquidati ai soci conferitori 10 centesimi di euro (più Iva) come acconto sull’annata 2016. «Sono qui per ascoltare – ha detto Fava -, ma è chiaro che richieste generiche di fondi al giorno d’oggi sono da rimandare al mittente. Abbiamo bisogno di progetti e quando questi hanno un obiettivo specifico, noi faremo la nostra parte».
Fava ha ricordato che ci sono canali istituzionali per chiedere sostegno. Primo su tutti, il Piano di sviluppo rurale. «La misura 16 sulle filiere è stata chiusa questa mattina, ma riapriremo i termini nelle prossime settimane – ha aggiunto l’assessore -. Alla prima fase Melavì aveva scelto di non partecipare, mi auguro che ora lo farà e da lì potrà attingere risorse per gli investimenti in azienda e per la promozione». Quanto alla proposta della “mela lombarda”, Fava ha detto: «Non è il venditore che decide chi deve comprare, ma il compratore. Melavì diventa lombarda nel momento in cui i consumatori della regione, che sono 10 milioni, si convincono di avere un prodotto valido con buona reputazione. Serve attività di promozione, che in questi anni non è stata posta in essere con determinazione. La produzione valtellinese non è tale da saturare i consumi del mercato lombardo, per cui bastano serietà e programmazione. Una sfida alla portata del nuovo gruppo di Melavì».
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