Economia / Sondrio e cintura
Mercoledì 27 Giugno 2018
Prepensionamento a 60 anni: a Zurigo anche i valtellinesi
Tra i 18mila lavoratori dell’edilizia che hanno aderito alla giornata una delegazione locale . Chiesto pure un aumento retributivo di 150 franchi.
I sindacati aspettavano diecimila lavoratori dell’edilizia, ma a Zurigo sabato ne sono arrivati quasi il doppio per chiedere la conferma del prepensionamento a sessant’anni e il rinnovo del contratto nazionale mantello. La posta in palio è molto elevata e fra i diciottomila manifestanti – per un settore che in totale dà a lavoro a circa ottantamila persone - c’era anche una delegazione valtellinese.
Si è trattato, insomma, di una giornata ben riuscita e senza precedenti. Secondo i sindacati Unia e Syna, che rappresentano anche i frontalieri attivi nelle costruzioni, la Società svizzera degli impresari-costruttori ha lanciato un vero e proprio attacco frontale. «Esige salari più bassi e termini di rescissione più corti per i lavoratori esperti, una settimana da 50 ore e la fine dell’aumento generalizzato dei salari», spiegano con preoccupazione i sindacalisti.
Le organizzazioni dei lavoratori, invece, puntano a conclusioni opposte: dopo quattro anni di blocco degli stipendi, nonostante una congiuntura florida nel settore, fatta eccezione per alcune regioni di confine, secondo Unia e Syna bisogna tornare a poter contare su aumenti dignitosi. «Agli impresari costruttori le cose vanno bene soprattutto grazie alla buona performance dei loro dipendenti: per questo la nostra richiesta di un aumento retributivo di 150 franchi è più che dovuta», ha sottolineato Guido Schluep, responsabile Syna del settore edilizia.
C’è un altro aspetto fondamentale: la società dei costruttori vorrebbe innalzare l’età pensionabile a 62 anni oppure ridurre sensibilmente gli assegni mensili fino a circa 3.300 franchi. «In questo caso nessuno potrebbe più permettersi di andare in pensione a sessant’anni: chi attacca la pensione a sessant’anni colpisce la dignità dei lavoratori edili», ha dichiarato Nico Lutz, responsabile Unia del comparto.
Syna e Unia cercano dallo scorso novembre di negoziare con la Ssic soluzioni per il pensionamento a 60 anni, ma non c’è ancora stata una soluzione. Bisogna ricordare che in Svizzera il prepensionamento viene finanziato tramite detrazioni salariali ed è di competenza di una fondazione costituita dalle parti sociali e retta da un contratto collettivo di lavoro dichiarato di obbligatorietà generale. Nelle scorse settimane Unia ha interpellato circa ventimila lavoratori del settore. Il 91,3% di essi è disponibile a incrociare le braccia nel caso la controparte non si mostrasse disponibile a trovare delle soluzioni. «Se non basterà questa manifestazione ci sarà una grande mobilitazione in autunno: i padroni devono capire che il pensionamento a sessant’anni non si tocca», ha assicurato Vania Alleva, presidente di Unia. Syna deciderà dopo l’estate quali iniziative mettere in campo.
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