Popolare di Sondrio: attesa per il nuovo piano industriale

Ultime ore di attesa per conoscere i contenuti del triennale che l’istituto di credito di piazza Garibaldi presenterà mercoledì mattina. Intanto Matteo Lorenzo De Campo, presidente di “Insieme per la Popolare”, rimarca: «L’Ops di Bper comprometterà l’esistenza della Popolare»

Sondrio

Offerta di pubblico scambio (Ops) di Bper sempre sul tavolo, l’attenzione di tutti è rivolta al nuovo piano industriale che la Banca popolare di Sondrio presenterà mercoledì mattina.

Ultime ore di attesa per conoscere i contenuti del triennale che l’istituto di credito di piazza Garibaldi avrebbe dovuto illustrare il 26 febbraio, che ha posticipato e che si trova ora a presentare a poco più di un mese dall’Ops lanciata il 6 febbraio da Bper banca per ottenere, entro la fine dell’anno, prima il controllo e poi la fusione, dunque l’incorporazione al proprio interno, della Banca popolare di Sondrio.

Un’operazione, come più volte ribadito dai vertici della banca sondriese, non concordata e che il cda ha respinto ribadendo di puntare su una strategia stand alone. Anche per questo quello di mercoledì è un appuntamento cruciale sia per gli azionisti sia per gli osservatori del settore bancario per delineare gli sviluppi della situazione. I dettagli del piano 2025-2027 della Popolare, che nel frattempo ha nominato Bank of America Securities e Morgan Stanley & Co. International come advisor finanziari e coinvolto gli studi legali Gatti Pavesi Bianchi Ludovici e Clifford Chance per supportare l’analisi dell’Ops, saranno illustrati a partire dalle 9 da Mario Alberto Pedranzini, consigliere delegato e direttore generale dell’istituto di credito di piazza Garibaldi e Massimo Perona, chief financial officer.

Intanto a far quadrato intorno all’autonomia dell’istituto di credito di piazza Garibaldi è ancora una volta l’associazione dei piccoli azionisti “Insieme per la Popolare”, fondata nel 2022 all’indomani della forzata trasformazione della Popolare in spa, con l’obiettivo di tutelare il legame che unisce la banca al tessuto imprenditoriale, culturale ed economico dei territori in cui la Popolare opera.

«Con l’offerta lanciata da Bper – ha chiarito Matteo Lorenzo De Campo, presidente dell’associazione in un’intervista all’Adnkronos - c’è il rischio non solo di perdere produttività e quindi valore in termini azionari, ma anche di perdere capacità di credito nelle comunità, specialmente per le pmi, che sono parte dei nostri associati. Sinergie potrebbero essercene, ma sono quelle descritte da Bper nella presentazione dell’Ops: “allineando la produttività della rete di filiali e facendo leva sulle opportunità di cross-selling derivanti da integrazione e ottimizzazione di linee di business a valore aggiunto”. Interpretiamo queste parole con l’opportunità di incrementare i prodotti bancassicurativi e di gestione del risparmio al personale di Sondrio, al prezzo però di ridurre la produttività in termini creditizi, che è la peculiarità della Popolare. Questo è il motivo principale della nostra preoccupazione».

Sul fatto che i due istituti abbiano la stessa fabbrica prodotto, che in questo caso è Arca Sgr, De Campo evidenzia: «Questo eliminerà solo una problematica di unione, ma non implementerà certo il mercato prodotto. Oltre a considerare le conseguenze dell’unione da un punto di vista nominale, bisogna guardare alla concretezza, all’operatività, che sono fattori fondamentali. Per evitare un rischio di execution è necessario tenere in considerazione il carattere e la natura delle due banche».

Secondo De Campo l’Ops di Bper mette a rischio l’esistenza stessa della Banca popolare di Sondrio. «Visto che Bper ha evidenziato la volontà di procedere anche con valori relativamente bassi di capitale azionario ad una fusione per incorporazione, non riusciamo a capire cosa si intenda con ’’esistenza della banca’’ a questo punto - dice De Campo -. Si comprometterà l’esistenza della Popolare e la storia pluridecennale di moltissimi suoi clienti, di gran parte dei territori, imprese, famiglie, clienti. Noi invece vorremmo poter contare sulla banca che abbiamo conosciuto in tutti questi anni, sulla sua capacità di essere connessa con il tessuto imprenditoriale, sui tanti contatti che ha creato in Italia e nel mondo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA