Economia / Sondrio e cintura
Sabato 29 Aprile 2017
Popolare Sondrio in assemblea. Gli utili in salute
Ottimi risultati nonostante i fondi versati per la stabilizzazione delle crepe del sistema bancario
Utili importanti in un contesto ancora difficile, che hanno dovuto scontare l’impegno preso per “puntellare” la tenuta di un sistema che ha mostrato parecchie crepe. È in corso al Pentagono di Bormio l’assemblea dei soci della Banca Popolare di Sondrio, l’istituto guidato dal consigliere delegato e direttore generale Mario Alberto Pedranzini e dal presidente Francesco Venosta. La comunicazione è arrivata nelle settimane scorse dopo l’approvazione del bilancio consolidato e d’impresa del 2016. I dati preliminari consolidati, approvati e diffusi il 9 febbraio, sono stati integralmente confermati. Il primo numero del bilancio consolidato del Gruppo bancario, nell’esercizio 2016, è l’utile netto di 98,599 milioni di euro, risultato della sola attività ordinaria. Il risultato, pesantemente penalizzato dai contributi e dagli altri oneri legati alla stabilizzazione del sistema bancario, pari a 58,852 milioni, è inferiore, rispetto all’esercizio 2015, del 23,74%.
Il bilancio d’impresa della capogruppo fa invece segnare l’utile netto di 80,048 milioni di euro, anche in questo caso risultato della sola attività ordinaria, non influenzato da plusvalenze derivanti da cessioni di attivi. Tale cifra avrebbe potuto essere ancor più di rilievo se la Popolare di Sondrio non fosse stata penalizzata dalla contabilizzazione dei contributi ordinari per 11,170 milioni e straordinari per 26,355 milioni al Fondo di risoluzione nazionale, questi ultimi in relazione agli interventi resisi necessari per il noto salvataggio di quattro istituti di credito risoluti, cui si sono sommati i contributi ordinari a favore del Fondo interbancario di tutela dei depositi pari a 6,370 milioni.
A questi si aggiunge la svalutazione della quota del Fondo Atlante - costituito per il salvataggio di istituti di credito risoluti o in difficoltà - per 13,950 milioni e 1,007 milioni per l’intervento del Fitd, Schema volontario a favore della Cassa di Risparmio di Cesena. Complessivamente, come indicato prima, la somma è pari a 58,852 milioni al lordo dell’effetto fiscale che hanno gravato sul conto economico e che fanno il paio con quelli già sostenuti nel 2015. Se si escludono i predetti oneri, l’utile netto sarebbe di circa 119 milioni di euro, con una diminuzione, su base omogenea, di circa il 6%.
Il dividendo unitario è di 0,06 euro. La raccolta diretta segna 28.002 milioni, più 5,16% rispetto all’anno precedente, e i crediti netti verso clientela sommano 21.332 milioni, più 6,55%. Intanto le nuove erogazioni a famiglie e imprese oltre il breve termine superano gli 1,8 miliardi di euro. È in significativo calo la dinamica degli ingressi dei Non performing loans (i crediti deteriorati), mentre le rettifiche nette su crediti per deterioramento scendono nell’esercizio del 39,13%. Il costo del credito si posiziona all’1,09% dall’1,90%. È in ulteriore incremento il grado di copertura del totale credito deteriorato: al 46,20% dal 44,00%. La copertura delle posizioni a sofferenza è pari al 62,77% dal 61,05%, mentre il Texas ratio, calcolato come rapporto tra il totale dei crediti deteriorati netti e il patrimonio netto tangibile, è al 98,60%.
«Nell’esercizio in rassegna l’economia ha iniziato a trasmettere i primi segnali della tanto attesa ripresa, sebbene lo abbia fatto in modo disomogeneo e senza convinzione - è l’analisi della Bps -. In tale contesto, si ritiene che la banca possa continuare nel proprio autonomo percorso di sviluppo, con positivi risultati economici. Per il 2017, perdurando l’attuale contesto dei tassi ai minimi storici, si registrerà ancora una certa pressione, seppure in calo, sul margine d’interesse. Il rischiararsi della congiuntura generale, con riscontri sulla qualità del credito e, dunque, sull’entità delle relative rettifiche, potrà avere effetti positivi sulla redditività aziendale. Il contributo delle commissioni è atteso in miglioramento, mentre continuerà l’azione volta al contenimento dei costi».
In uno scenario complicato per il settore bancario nazionale, sia per le difficoltà di varie società, sia per le conseguenze dell’innovazione tecnologica, dalla Bps arrivano notizie molto significative. È proseguita nel 2016 l’attività di sviluppo territoriale con l’apertura di cinque nuove filiali in Lombardia, Veneto e Liguria. Lo sviluppo è stato adeguatamente supportato con l’assunzione di nuovi collaboratori. L’organico si è portato da 3.115 a 3.156 unità.
Come detto, il Cda ha deliberato di proporre all’assemblea la distribuzione di un dividendo unitario lordo di 0,06 euro rispetto a 0,07 corrisposti riguardo all’esercizio 2015. L’utile di cui viene proposta la distribuzione ammonta a complessivi 27,2 milioni. La compagine sociale comprendeva, a fine anno, 182.797 soci, con una contrazione, rispetto al dicembre 2015, di 2.682 unità.
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