Pnrr: tagli per i Comuni, a Lecco 36 milioni di lavori

Il decreto del governo penalizza chi ha puntato sui fondi europei. Per Lecco significherebbe ridurre parecchi servizi

Tagli maggiori a comuni e province che hanno preso più fondi Pnrr? Sembra essere proprio questo l’orientamento del governo secondo quanto emerge da un decreto interministeriale recentemente redatto dal ministero dell’Economia e da quello dell’Interno.

La notizia, emersa nel tardo pomeriggio di due giorni fa, ha immediatamente sollevato un vespaio di polemiche politiche dentro e fuori la maggioranza. Sembrerebbe, infatti, che il titolare del Pnrr, ovvero il Ministro Raffaele Fitto, non sia stato informato preventivamente di una scelta che, si precisa, deriva da una norma contenuta nell’ultima manovra di bilancio.

L’impatto sui conti

In termini economici, la misura vale tra i 200 e i 250 milioni per il 2024. L’impatto, anche nel nostro territorio, sarà di certo rilevante. Secondo i dati contenuti sulla piattaforma Openpnrr, gestita da Openpolis, in provincia di Lecco sono giunti 291.5 milioni di euro del Pnrr, a cui si sono affiancati altri 74.4 milioni per il completamente dei 1469 progetti attivi ad oggi.

Solo una parte di queste iniziative, 971 su 1469, presenta come soggetti attuatori i comuni o l’amministrazione provinciale, mentre gli altri fanno capo alle partecipate, come Lario Reti, o all’Ats. Solo il comune di Lecco, per esempio, è soggetto attuatore di 28 progetti, per un controvalore complessivo di 36.544.200 euro.

Dietro ognuno di questi investimenti c’è un intenso lavoro degli uffici tecnici, fondamentale per la preparazione di tutta la documentazione necessaria per partecipare ai bandi. Se la misura decisa dal governo dovesse essere confermata, Palazzo Bovara si ritroverebbe a subire un taglio di parte corrente legato all’ammontare di fondi ricevuti. Questo potrebbe impattare, per esempio, sulle iniziative previste, ipotizzate o ipotizzabili in due luoghi restaurati con quei fondi Pnrr, quali la Piccola o Villa Manzoni, oppure sulla gestione del nuovo asilo nido di via Timavo, costruito anch’esso con i soldi dell’Ue.

Una simile dinamica potrebbe impattare ancora di più sui bilanci dei piccoli comuni. Si prendano due esempi: Barzago, soggetto attuatore di 15 progetti per un controvalore di 2.781.568 euro; Dolzago, soggetto attuatore di 11 progetti per un controvalore complessivo di 4.353.340 euro.

In provincia

Nel primo caso, la gran parte dei fondi è relativa alla ristrutturazione degli edifici della scuola primaria A.Pulici mentre nel secondo alla costruzione di una nuova scuola dell’infanzia. Questi due investimenti, di grande importanza sociale, genereranno spese di gestione e manutenzione che le rispettive amministrazioni dovranno coprire pur avendo a disposizione meno risorse di parte corrente.

Tagli che, se la misura del governo fosse confermata, piccoli comuni come Dolzago e Barzago subirebbero in misura maggiore rispetto ad altri proprio perché sono riusciti ad ottenere diversi milioni del Pnrr. Un discorso simile può essere sviluppato anche per l’amministrazione provinciale, soggetto attuatore di 12 progetti per un controvalore complessivo di 15.189.000 euro. Ognuno dei 10 investimenti legati alle scuole, dalle nuove palestre per il Rota e gli istituti meratesi in giù, genererà spese di manutenzione che Villa Locatelli dovrà coprire. Peraltro, il sacrificio richiesto alle amministrazioni locali fino al 2028 sarà pari nel complesso a 1.25 miliardi di euro.

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