Economia / Sondrio e cintura
Mercoledì 28 Settembre 2016
«Più qualità per le sagre tradizionali»
L’unione commercio ha organizzato un incontro per chiarire gli aspetti della nuova legge regionale. Il dirigente: «Ogni Comune potrà adattare le norme per valorizzare gli eventi che sono espressione del territorio».
«Magari ci sarà qualche evento in meno, ma le sagre di qualità potranno consolidarsi. Non ci sono meccanismi automatici, i Comuni potranno calare le norme nella propria realtà per valorizzare gli eventi che sono espressione dei territori e della comunità».
Parola di Paolo Mora, direttore vicario della Direzione generale Sviluppo economico della Regione, che ieri a Sondrio ha spiegato gli elementi principali della nuova legge regionale per sagre e fiere, approvata di recente dal Pirellone.
L’occasione è stata un incontro indetto dall’Unione commercio, turismo e servizi della provincia e rivolto - nella sala della Camera di commercio - ad amministratori e tecnici dei Comuni e delle Comunità montane, ai funzionari degli Sportelli unici per le attività produttive, ai rappresentanti degli organismi di controllo e agli iscritti all’associazione di categoria nelle associazioni di albergatori, ristoratori e pubblici esercizi. Obiettivo, come ha spiegato il direttore dell’Unione Enzo Ceciliani, «contribuire ad informare, con un momento di analisi e interpretazione, e a fare in modo che la nuova normativa possa trovare un’applicazione il più possibile omogenea su tutto il territorio provinciale, che conta ben 77 Comuni». Durante l’incontro il responsabile dell’Area della consulenza legale dell’Unione Mauro Romeri ha anche illustrato una «traccia di discussione» per il regolamento su sagre e fiere e per il piano dedicato alle vendite benefiche, documenti messi a punto con l’obiettivo di «declinare gli elementi più importanti evidenziati nelle linee guida della Regione», fermo restando che «ogni Comune dovrà autodeterminarsi, seguendo le indicazioni della norma».
Indicazioni che puntano ad obiettivi precisi, ha rimarcato Mora davanti all’affollata platea della sala Martinelli: «Il punto di partenza è stato il proliferare di eventi che concentravano nel periodo estivo attività di somministrazione di cibi e bevande – ha ricordato il dirigente della Regione – ma che poco avevano a che fare con le sagre legate alle tradizioni e alla socialità delle comunità locali. La legge punta a valorizzare le sagre e fiere che sono effettivamente espressioni di socialità, cultura e identità delle comunità locali, così come a garantire una concorrenza legale fra gli operatori, perché se fai un evento inventato solo per spillare qualche ettolitro di bevande o cucinare qualche quintale di prodotti, siamo di fronte ad un’attività commerciale che deve rispettare le regole delle attività commerciali. Altrettanto importante è la tutela dei consumatori, da garantire con la verifica dei requisiti igienico-sanitari, del rispetto delle norme di sicurezza, della dotazione di servizi e così via».
Su questo fronte il direttore del Dipartimento di prevenzione veterinario dell’Ats della montagna Marco Marchetti ha sottolineato l’importanza di regole chiare e controlli, «per garantire la salubrità ed evitare episodi di malattie trasmesse dagli alimenti che purtroppo ancora si verificano», e ha riassunto i principali adempimenti per chi organizza fiere, mercatini e sagre con il servizio di cucina. Molte le domande arrivate dal pubblico, sia sui vari aspetti della legge sia sulle tipologie di eventi che rientrano nella normativa: a guidare il tutto, ha sottolineato Mora, devono essere «ragionevolezza e buonsenso, perché c’è spazio per delineare i regolamenti rispettando e valorizzando le realtà locali».
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