Pagati gli stipendi di Melavì
. Novembre e tredicesima

Ponte Allarme rientrato come anticipato dal presidente e dal direttore «Nessuna crisi, c’era solo un problema di cassa legato a debiti pregressi»

Questione di giorni, avevano detto il presidente e il direttore e così è stato. Sono stati pagati il mese di novembre e anche la tredicesima ai dipendenti della Melavì, la società consortile per azioni nata nel 2004, poi trasformata in consorzio di cooperative nel 2009, processo di integrazione completato nel 2013 con la fusione delle tre cooperative storiche valtellinesi, Cooperativa ortofrutticola di Ponte, Frutticoltori Villa di Tirano e Cooperativa ortofrutticola Alta Valtellina nel nuovo soggetto che riunisce oltre 300 aziende agricole valtellinesi produttrici di mele.

Ventimila tonnellate di frutti

Ventimila tonnellate di frutti che i soci conferiscono ai centri di conservazione, di selezione e di confezionamento Melavì dislocati lungo il territorio della Valtellina

Rientra dunque l’allarme lanciato dai lavoratori, per la stragrande maggioranza con contratto a tempo determinato, che dopo avere ricevuto in ritardo lo stipendio di ottobre e non aver visto se non in queste ultime ore quello di novembre interpellato i sindacati che a loro volta avevano chiesto un incontro all’azienda cui l’ufficio del personale di Melavì aveva risposto che gli stipendi sarebbero stati pagati regolarmente.

«E’ solo una questione di giorni» aveva detto il presidente Bruno Delle Coste.

Voci di instabilità smentite

«Non c’è alcuna crisi in corso - aveva aggiunto il direttore Gianluca Macchi provando a mettere a tacere le voci incontrollate sullo stato di difficoltà della cooperativa -, semplicemente un problema momentaneo di cassa: ci sono stati degli accavallamenti che hanno portato a questi ritardi. I problemi che ci sono riconducibili alla situazione debitoria pregressa che Melavì si trascina fin dalla sua nascita».

Il direttore ricorda anche come Melavì stia lavorando, e tanto, e come non ci sia alcuna richiesta di cassa integrazione per i lavoratori.

«La cooperativa vanta un’attività commerciale che funziona alla grande – sostiene il direttore -, stiamo vendendo molto bene. Abbiamo sviluppato una capacità commerciale che valorizza al meglio il nostro prodotto. Siamo presenti in tutti i continenti, con la sola eccezione dell’Oceania. Non si può proprio dire che le mele di Valtellina non siano nel mondo». Mele e non solo. Al frutto Melavì affianca una serie di prodotti come succhi, nettari e confetture. E poi continua nella ricerca e nell’innovazione: nella primavera di quest’anno ha dato avvio al progetto Piconvate, ovvero la progettazione di un impianto pilota per la coltivazione di nuove varietà di melo con nuove tecnologie.

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