Economia / Sondrio e cintura
Giovedì 21 Novembre 2013
Pagamenti delle aziende
Sono puntuali due su tre
Il 65,4% delle imprese locali ha saldato alla scadenza le fatture - La Valle si conferma la provincia più virtuosa in tutta Italia
Due imprese su tre sono puntuali nei pagamenti. La crisi c’è e si fa sentire, ma c’è almeno un aspetto positivo per le aziende della provincia di Sondrio. Ben il 65,4% delle imprese attive in Valtellina e Valchiavenna ha pagato alla scadenza le fatture ai propri fornitori. Grazie a questa percentuale, quella di Sondrio è la provincia la più puntuale in Italia.
Nei primi mesi del 2013 in Italia si conferma il trend negativo dei pagamenti commerciali: migliorano leggermente i buoni pagatori ma, al contempo, continua ad aumentare il numero di imprese che saldano le fatture con ritardi superiori ai trenta giorni.
All’interno di questo scenario Sondrio si distingue in positivo. Con il 65,4% di imprese puntuali nei pagamenti, secondo i dati aggiornati al 30 settembre 2013, è la provincia più puntuale in Italia: la media del Belpaese è solo del 39,6%. Entrando nel dettaglio dei tempi con cui le imprese saldano i fornitori, il 29,8% regola i conti entro un mese di ritardo, l’1,9% tra i 30 e i 60 giorni, l’1,3% tra i 60 e i 90 giorni, l’1% tra i 90 e i 120 giorni. Solamente lo 0,6% oltre il limite dei quattro mesi. «Nel nostro studio abbiamo registrato delle dinamiche che in questi ultimi anni hanno caratterizzato in modo significativo la vita delle imprese – commenta Marco Preti, amministratore delegato di Cribis D&b -. Prima di tutto continua il processo di istituzionalizzazione dei ritardi nei pagamenti commerciali, cioè la trasformazione dei ritardi in termini contrattuali. Le imprese non vogliono perdere clienti e fatturato e quindi concedono qualcosa nei termini di pagamento. Secondariamente alcune imprese non riescono più a stare sul mercato e ritardano oltremodo il saldo delle fatture».
A conferma dei dati illustrati da Preti, basti pensare che in Lombardia dall’inizio del 2013 hanno dichiarato fallimento ben 2.223 imprese, con una quota superiore al 22% del totale dei casi registrati in Italia nel periodo di rilevazione. Dal 2009 ad oggi sono invece stati ben 12.124 i fallimenti nell’area in questione.
Nonostante alcuni segnali di timido miglioramento non bisogna dunque abbassare la guardia in quanto rimane ancora rilevante il numero di imprese che non onorano gli impegni entro i termini contrattuali.
«Negli ultimi anni le imprese italiane hanno messo sempre più la gestione dei pagamenti al centro della propria gestione finanziaria – conclude Preti - e hanno investito in strumenti che consentono di intercettare tempestivamente i segnali deboli di deterioramento dell’affidabilità dei propri partner, di mantenere sotto controllo la capacità del proprio portafoglio clienti di generare ricavi, di intervenire in modo efficace con azioni di prevenzione e limitazione del rischio e, soprattutto, di fare previsioni sui propri flussi di cassa. Un’operazione, questa, non a costo zero, ma che riteniamo potrà portare benefici concreti anche dopo la fine della crisi».
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