Osservatorio Adapt, mancano figure professionali nelle aziende

Tra i ruoli professionali che risultano maggiormente difficili da reperire spiccano gli ingegneri, i manutentori, i commerciali, i meccanici, i tornitori ma anche i digital marketer, i manager e i programmatori. Bene invece il campo della formazione in azienda

Lecco

Orientarsi nel mondo del lavoro attraverso i dati, per comprendere meglio quali sono le esigenze delle aziende sul territorio e dei lavoratori che navigano nel difficile contesto occupazionale contemporaneo. All’auditorium Plinio Agostoni di Confindustria Lecco-Sondrio sono stati presentati i primi dati emersi dalle attività di ricerca svolte dall’Osservatorio di Adapt, che in questa prima fase si sono concentrate, dopo un confronto tra gli attori principali all’origine del progetto, su un focus group con alcune aziende associate, la somministrazione di un sondaggio alle stesse e un’analisi dei risultati presentata ad alcuni protagonisti della scena aziendale del territorio.

La maggior parte delle aziende che ha partecipato all’indagine è inclusa nel settore metalmeccanico con quasi il 30% che conta 250 e oltre addetti. Il dato che emerge in maniera piuttosto sorprendente è quello che riguarda la formazione continua: ben l’88,6% delle aziende organizza corsi di formazione aziendale non obbligatoria, in aggiunta alla formazione obbligatoria per legge su salute e sicurezza sul lavoro. Della formazione menzionata, il 61,3% riguarda un aggiornamento delle competenze su mansioni già svolte dai lavoratori mentre il 19,4% la formazione dei dipendenti a nuove mansioni e il 13% la formazione di persone neo-assunte. Sempre in merito alla formazione, è il 62,9% delle aziende che si avvale di un fondo paritetico interprofessionale per la formazione continua.

Un tema particolarmente urgente, rispetto a quanto emerge dal report di Adapt, è la difficoltà nel trovare le figure professionali chiave per l’azienda. Tra i ruoli professionali che attualmente risultano maggiormente difficili da reperire spiccano gli ingegneri, i manutentori, i commerciali, i meccanici, i tornitori ma anche i digital marketer, i manager e i programmatori. Le aziende indicano nello scarso interesse a svolgere questi lavori e nella mancanza di competenze dei candidati le motivazioni principali che creano questa criticità. Parecchie aziende decidono di far fronte a questa problematica formando un giovane appena assunto, in relazione anche all’esigenza di nuove figure professionali per l’introduzione di nuove tecnologie.

Le soft skill si confermano ormai sempre più imprescindibili: spiccano caratteristiche come la flessibilità e l’adattabilità, la capacità di lavorare in team e il problem solving. Comunicazione, basi di informatica, competenze organizzative, padronanza della propria lingua madre e comprensione di una lingua straniera sono le competenze che le aziende reputano indispensabili al momento dell’ingresso nel mondo del lavoro.

Adapt sottolinea l’importanza di accrescere il coinvolgimento delle imprese, aumentare il confronto fra stakeholder, individuare delle strategie per aumentare dialogo e comunicazione con la formazione continuativa sul territorio, mappare i profili professionali di difficile reperimento, associare a ciascun profilo professionale ricercato i percorsi formativi utili al suo inserimento nel mondo del lavoro e presenti sul territorio lombardo e implementare l’orientamento nelle scuole secondarie di secondo grado. “Creare un Osservatorio di questo genere ci permetterà di avere dati freschi e precisi sulle esigenze delle imprese e mettere in campo delle azioni con risultati degni di questo nome” ha sottolineato il presidente di Confindustria Lecco-Sondrio Marco Campanari.

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