Olginate, Maggi s’impegna
a modificare il concordato
L’azienda ha fatto retromarcia: il declassamento dei crediti dei lavoratori tra i chirografari (dunque a rischio di ottenere un rimborso inferiore al 28%) verrà scongiurato. O, almeno, ci si è assunti l’impegno di fare in modo che ciò non avvenga
Ieri mattina, in Confindustria, i vertici di Maggi Catene hanno incontrato Fim, Fiom e Uilm per discutere proprio del destino del Tfr dei dipendenti, che scioperano da martedì (e che oggi torneranno regolarmente al lavoro).
«Siamo riusciti a far mettere per iscritto l’impegno dell’azienda per modificare il concordato ad un tavolo istituzionale, quale è Confindustria Lecco Sondrio – ha detto Maurizio Oreggia, segretario generale della Fiom, presente con la sindacalista Elena Rossi –. Il prossimo 26 marzo è previsto un incontro specifico con la presenza dei consulenti aziendali, per un aggiornamento volto a verificare l’impegno assunto di modifica della classe dei crediti maturati dai lavoratori».
Dal canto suo, Enrico Azzaro, segretario generale della Uilm, ha voluto rimarcare che «l’azienda ha fatto il mea culpa e si è assunta l’impegno, con i propri consulenti e legali, di mettere a punto una revisione del piano concordatario. Non è che tutti i problemi siano risolti, perché tutto andrà valutato dagli organi competenti, ma i 53 dipendenti potranno tornare al lavoro consapevoli del fatto che la loro determinatezza e unità, così come quelle del sindacato, hanno sancito che i diritti dei lavoratori non possono essere calpestati».
La segretaria della Uilm Gabriella Trogu, invece, si ritiene parzialmente soddisfatta, «perché il piano industriale necessita di essere irrobustito. Le garanzie pronunciate al tavolo da Corrado Maggi, a proposito di sinergia industriale e commerciale con una grande società europea e riguardo la vendita di un capannone e l’affitto di un forno sono solo i primi passi. A nostro avviso, sono misure insufficienti per far uscire la Maggi dal tunnel delle criticità palesate in questi anni». n
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