Economia / Sondrio e cintura
Giovedì 25 Febbraio 2021
Occupazione in Valtellina
Crollo delle assunzioni
Analisi promossa dalla Cgil: saldo negativo di oltre 2mila unità
I dati di fine 2020 non sono disponibili. Ma dall’analisi promossa dalla Cgil di Sondrio sull’occupazione in Valtellina nell’epoca della pandemia emergono tanti elementi significativi. Li rende noti l’ufficio studi del sindacato di via Torelli, secondo cui appare evidente la contrazione nella dinamicità del mercato del lavoro provinciale.
«Il raffronto mostra un anno - il 2019 - pre-pandemia e il 2020, che ha subito le conseguenze dell’emergenza coronavirus con i riflessi economici dovuti alle limitazioni – premette il segretario generale Guglielmo Zamboni -. Si evidenzia il calo significativo delle assunzioni. Le cessazioni, pur calando a seguito della riduzione delle attivazioni, mantengono valori elevati con un forte scompenso tra attivazioni e cessazioni che mostra un significativo calo occupazionale».
A livello numerico il saldo attivazioni/cessazioni nel 2019 era positivo di 1.665 unità, nei primi tre trimestri del 2020 era negativo di 2.132.
Anche la situazione dell’occupazione femminile è piuttosto preoccupante. «Il dato delle cessazioni nelle differenze di genere merita considerazioni specifiche - prosegue Zamboni -. La penalizzazione delle donne emersa nel 2019 è proseguita anche nel 2020, seppur con valori assoluti inferiori. Nel 2020 il saldo delle cessazioni penalizza le donne con 734 casi in più degli uomini. Questo dato, sommato al gap sulle assunzioni evidenziato in precedenza, porta il differenziale a 1.310. Anche in provincia di Sondrio quindi la crisi ha penalizzato maggiormente l’occupazione femminile». A livello di territori è l’Alta Valtellina a pagare un prezzo particolarmente elevato. «Nel 2020 il calo è generalizzato su tutti i Centri per l’impiego provinciali, ma è evidente la maggior incidenza sull’Alta Valle – prosegue Zamboni -. Questo dato evidenzia quanto sia importante, oltre che puntare sul terziario, rafforzare il sistema industriale provinciale. Questo comparto offre maggiori garanzie di stabilità e solidità oltre che occupazione contraddistinta da minor precarietà».
Ma ci sono altri scenari preoccupanti. «Prevediamo che il periodo ottobre-dicembre 2020, per il quale come premesso non abbiamo ancora a disposizione dati aggiornati, confermi e peggiori le considerazioni fatte sin qui».
Criticità
L’analisi evidenzia, oltre al problema occupazionale, le criticità dell’economia provinciale. «Il blocco dei licenziamenti ha consentito di contenere la riduzione dei livelli occupazionali - spiega il segretario della Camera del lavoro -. Ma è fondamentale una proroga che consenta, insieme alla riforma degli ammortizzatori sociali, di gestire i problemi occupazionali in vista. È necessario scongiurare i licenziamenti e supportare le aziende nella riconversione e nella riqualificazione delle maestranze per raccogliere le sfide del futuro».
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