Morbegno, alla Riello il tempo stringe

Una vera corsa contro il tempo quella per il salvataggio dei posti di lavoro o comunque per la tutela dei 61 dipendenti

Reindustrializzazione della Riello o smantellamento, i giorni per le decisioni sono sempre meno, la situazione è quantomai delicata, le trattative si fanno più serrate e le bocche cucite.

E’ una vera corsa contro il tempo quella per il salvataggio dei posti di lavoro o comunque per la tutela dei 61 dipendenti (10 impiegati e 51 operai) dell’azienda termomeccanica di Morbegno dal 2020 di proprietà della multinazionale Carrier corporation che ad aprile ha annunciato la chiusura della produzione al 30 agosto e lo spostamento negli stabilimenti di Legnago e Volpago, in Veneto. Tra poco più di un mese, cioè.

Mercoledì 17 c’è stato un nuovo incontro al ministero del Lavoro e delle politiche sociali seguito a quelli di maggio e giugno cui avevano partecipato le organizzazioni sindacali Fim Cisl e Fiom Cgil, le rappresentanze sindacali unitarie, l’azienda, il Ministero delle imprese e del made in Italy, l’Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro (Anpal) e la Regione Lombardia. Proprio durante il confronto di giugno le organizzazioni sindacali avevano aggiornato i presenti sulla situazione alla luce di quanto emerso dal tavolo tra azienda, sindacati ed rsu quando la Carrier corporation aveva spiegato il lavoro dell’advisor, nominato dall’azienda per valutare le possibilità di reindustrializzazione. E poiché erano previsti altri passaggi e nuovi incontri anche con i lavoratori e l’azienda, giudicati fondamentali per il proseguimento della trattativa, il ministero aveva deciso di aggiornare l’incontro al 17 luglio.

Che c’è stato, ma su cui i sindacati non lasciano trapelare alcunché. «La trattativa è in corso, la fase è delicata» le uniche concessioni di Alessandra Vaninetti, responsabile della Fim Cisl di Sondrio che preferisce non parlare così come il collega della Cgil.

Il tempo però è sempre meno e la data del 30 agosto - termine perentorio posto dall’azienda - si avvicina anche per un’eventuale reindustrializzazione, Durante l’audizione di maggio nella commissione regionale il direttore delle risorse umane della Carrier Antonio Nigro aveva lasciato intendere che qualche opzione ci fosse. «L’advisor sta cercando acquirenti per la reindustrializzazione del sito – aveva detto -. Qualcuno si è già affacciato, qualcuno lo sta facendo. Ci sono state alcune visite allo stabilimento. Possiamo dire che ci sono due, tre interlocutori, uno con cui il confronto è in uno stato più avanzato. Dobbiamo però trovare progetti con investimenti solidi. Cerchiamo investitori che non siano interessati agli immobili, ma che abbiano piani industriali chiari e sostenibili che garantiscano la tenuta occupazionale. Dal canto nostro diamo la massima disponibilità per la riqualificazione dei dipendenti». Lavoratori cioè che, vista la “fame” del settore, potrebbero trovare senza troppa fatica una ricollocazione se la strada scelta sarà quella.

In quell’occasione la Carrier si era anche detta pronta ad attivare la cassa integrazione straordinaria, considerando che un eventuale progetto di reindustrializzazione richiederebbe comunque tempi più lunghi rispetto alla dead line di venerdì 30 agosto.

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