Economia / Morbegno e bassa valle
Sabato 10 Marzo 2018
«Melavì, risolto il nodo finanziario»
Il risanamento: la cooperativa accende un mutuo di 5 milioni, i soci ora possono ritirare il prestito sociale. Tognini: «Non credo che in molti se ne andranno, non è facile trovare da soli clienti che comprino le mele».
La cooperativa frutticola Melavì ha ottenuto dalla Banca Popolare di Sondrio l’accensione di un mutuo di 5 milioni di euro indispensabile per la copertura del debito e per dare ai soci che intendono ritirare il prestito sociale la possibilità di farlo. Inoltre, per contenere i costi, si sta valutando l’alienazione dei beni che non risulteranno più necessari.
È Giacomo Tognini, figura storica all’interno di Melavì e attualmente membro del consiglio di amministrazione, a prospettare le linee di sviluppo e risanamento di Melavì, partite con la presidenza di Bruno Delle Coste. Da qualche giorno gira voce a Villa di Tirano che una parte dell’immobile di Melavì lungo la statale 38 stia per essere venduto. Tognini nega che sia in atto un’alienazione, ma conferma, invece, l’intenzione di fare un piano al proposito. «Il patrimonio di Melavì è vasto – spiega Tognini -. Va da Tovo Sant’Agata a Villa di Tirano fino a Ponte. Inoltre abbiamo uno stabile a Piantedo, un negozio dismesso da 3 o 4 anni. Stiamo valutando se tutto ciò sia indispensabile o se qualcosa possa essere venduto. Non è escluso che possa essere a Villa, poiché si è deciso di fare una sala di lavorazione unica a Tovo (manca solo una macchina da spostare perché sia conclusa) e di concentrare le attività legate a succhi e mele essicate a Ponte in Valtellina. Quindi a Villa di Tirano basterebbe mantenere le celle di conservazione che, altrimenti, non sarebbero sufficienti, e le parti di servizio dei soci. Il resto potrebbe essere venduto, ma al momento non c’è stato alcun contatto diretto con eventuali acquirenti».
Tognini spiega che, di fatto, non c’è bisogno di vendere per “stare in piedi”. «Abbiamo concordato con la Banca Popolare di Sondrio un intervento finanziario, che deve essere solo formalizzato, per un finanziamento di 5 milioni di euro - prosegue -. Abbiamo anche concluso una verifica effettiva dei beni, per cui si può intavolare la discussione per l’alienazione, ma non per sistemare l’aspetto finanziario che è risolto con il mutuo ventennale. Mutuo che ci consente di disporre della liquidità per i soci che vogliono ritirare i soldi dell’autofinanziamento. La procedura è possibile dal primo marzo».
Nei mesi scorsi un gruppo di soci di Ponte aveva protestato per il blocco del prestito sociale, paventando – quando sarebbe stato poi sbloccato in primavera – un abbandono della coop. «Non credo che molti soci usciranno da Melavì – è il parere di Tognini -, perché non è facile trovare da soli clienti che comprino le mele. Un conto l’anno scorso, quando per via della gelata c’è stata scarsa produzione, un conto in un’annata normale». Quanto alle prospettive future, «stiamo lavorando per contenere i costi e aumentare la liquidazione ai soci. Ciò passa attraverso maggiori entrate, sperando che il mercato tenga e per minori uscite contenendo i costi di gestione».
Tra i progetti del 2018 si ricorda quello delle mele essicate. «L’iniziativa rientra nel più ampio programma di diversificazione dell’offerta a marchio Melavì - ha dichiarato il presidente Delle Coste -, che comprende anche succhi e nettari, che abbiamo elaborato per affrontare con mezzi più adatti un mercato che cambia e per soddisfare le nuove abitudini alimentari».
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