Economia / Tirano e Alta valle
Sabato 06 Aprile 2019
«Melavì, con il polo di Tovo la fusione delle cooperative è diventata realtà»
Il presidente Delle Coste presenta la novità della sala di lavorazione unica: «Ridotti i costi, ma anche migliorata la competitività».
«Oggi, finalmente, coroniamo il sacrificio, l’impegno e il lavoro che ci hanno consentito, in due anni dal nostro insediamento, di trasformare in realtà la fusione delle tre cooperative di Ponte in Valtellina, Villa di Tirano e Tovo Sant’Agata che, nel 2013, era avvenuta solo sulla carta».
Ha esordito così giovedì pomeriggio il presidente di Melavì, Bruno Delle Coste, nel presentare il nuovo polo produttivo di Tovo Sant’Agata, che è operativo da qualche mese. Al suo fianco i due vicepresidenti, Gianbattista Pruneri ed Edoardo Micheletti, e il direttore generale Luigi Pignataro. Il consiglio di amministrazione di Melavì - azienda con 300 soci conferenti, una superficie coltivata che sfiora i 500 ettari, una produzione che, nelle annate regolari, supera i 200 mila quintali e un fatturato di 20 milioni 147mila euro -, partendo dalla razionalizzazione delle attività e dalla riduzione dei costi di gestione e puntando sulla qualità del prodotto, è impegnato per garantire e rendere più luminoso il futuro della frutticoltura valtellinese.
«Abbiamo dovuto recuperare gli anni persi nell’attuazione della fusione delle tre cooperative e contrastare l’insoddisfazione dei soci per le liquidazioni penalizzanti della precedente gestione - ha affermato il presidente, Bruno Delle Coste -. Sarebbe stato inutile agire sui costi di gestione senza assumere decisioni importanti quali l’allestimento di una sala di lavorazione unica al polo di Tovo, la concentrazione dei prodotti trasformati allo stabilimento di Ponte e la chiusura dello stabilimento di Villa di Tirano. Razionalizzare l’attività non ha significato soltanto ridurre i costi ma anche migliorare la competitività aziendale: oggi possiamo dire di avere una cooperativa più moderna ed efficiente».
Nel polo di Tovo è stata allestita - con il sostegno delle istituzioni e della Banca Popolare di Sondrio, cui è andato il ringraziamento del presidente - la sala unica di lavorazione. I lavori hanno previsto lo smontaggio e il rimontaggio delle macchine trasferite da Ponte e da Villa di Tirano, l’adeguamento degli impianti elettrico, idraulico e di riscaldamento, l’ammodernamento degli spazi, l’installazione dei macchinari aggiuntivi. Per garantire il benessere dei lavoratori sono stati effettuati interventi sulla sicurezza ed è stato realizzato un locale mensa. Un investimento inferiore ai 500mila euro, ai quali si sono aggiunti 650mila euro per i nuovi pallettizzatori, che facilitano il riempimento dei bancali, e 250mila euro per l’aggiornamento del sistema di calibrazione.
Quest’ultimo, grazie a uno speciale software, consente il potenziamento delle operazioni di individuazione dei difetti delle mele in fase di selezione per poi essere indirizzate verso i canali di lavorazione già divise per calibro e categoria. Le linee di confezionamento, raddoppiate nella performance, predispongono sacchi da uno a cinque chili, cassette in cartone o in legno, vassoi di diverse dimensioni e i più robusti “trypack”, richiesti per le esportazioni in India, in Medio Oriente e nel Nord Africa, che rappresentano i mercati principali fuori dall’Italia. «A Tovo lavora l’80 per cento dei 120 dipendenti di Melavì, per lo più donne – ha detto Delle Coste -. Il polo ha mostrato fin dall’avvio la sua efficienza: la concentrazione della lavorazione, oltre alla riduzione dei costi, ha comportato l’ottimizzazione dell’attività, sia per la selezione che per il confezionamento delle mele, e le migliorie sul fronte impiantistico hanno aumentato la competitività della cooperativa che è ora in grado di rispondere alle richieste della moderna distribuzione in continua evoluzione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA