Maturazione delle uve in leggero ritardo
rispetto alle ultime annate in Valtellina

La stagione è comunque in linea con la media decennale. L’analisi emerge dai campionamenti realizzati dalla Fondazione Fojanini

Una stagione che si posiziona nella media decennale, leggermente più tardiva rispetto alle ultime annate, in particolare al 2022, ma in linea con quelle precedenti il 2020 e un carico d’uva mediamente non particolarmente elevato, e dove la peronospora è stata più aggressiva. A disegnare la situazione della stagione vitivinicola che si avvicina ormai alla vendemmia attraverso il monitoraggio orami ultratrentennale di 17 vigneti guida storici della “Zonazione vitivinicola” distribuiti in diversi punti della fascia vitata, rappresentativi delle diverse sottozone, è a Fondazione Fojanini di Sondrio. Un campionamento che permette all’Istituto di studi superiori di monitorare l’andamento della maturazione delle uve, facendo un confronto con i dati storici, e controllandone anche la sanità delle colture. Campionamenti delle uve a cadenza di 10 giorni, a partire dalla fase di invaiatura, cui si aggiungono quelli effettuati da qualche anno anche nel mandamento di Morbegno.

In base ai dati raccolti sinora (3 campionamenti) la stagione in corso è dunque nella media decennale, tardiva rispetto alle ultime annate - con l’eccezione dei vigneti meno carichi dove maturazione è più avanti -, ma in linea con quelle precedenti il 2020. Un fatto che secondo i tecnici può essere stato determinato dalle condizioni di stress subito dalle piante nel mese di agosto. Dopo una primavera-inizio estate con precipitazioni abbondanti che hanno favorito le infezioni di peronospora, infatti, il brusco cambiamento del regime pluviometrico e termico a partire da luglio, ha creato condizioni critiche per le piante. Soprattutto ad agosto si è osservato un regime pluviometrico piuttosto siccitoso (circa 45 mm di precipitazioni misurate a Sondrio, contro una media storica di più di 100 mm sia su base trentennale che cinquantennale, e addirittura rispetto al 2022 che era molto siccitoso). Parallelamente si è avuto un netto incremento delle temperature (la media delle temperature di agosto è stata di oltre 26 gradi, superiore a quella del 2022).

«Questo repentino cambiamento meteo - spiegano i tecnici - ha determinato condizioni di stress termico e idrico che in diverse situazioni sono diventate critiche, soprattutto nelle zone caratterizzate da terreno superficiale». Successivamente, tra fine agosto e i primi di settembre la situazione è rientrata “nella norma” con un sostanziale abbassamento delle temperature (mediamente valori medi inferiori di 4-5 gradi rispetto all’anno scorso), e precipitazioni abbondanti che hanno apportato dai 50 ai 70 millimetri a seconda delle zone. Dal punto di vista quantitativo, come conseguenza della filatura dei grappoli in diverse zone durante la primavera, in particolare in concomitanza con il periodo più freddo e piovoso a cavallo della fioritura, e poi successivamente con le infezioni di peronospora che hanno interessato in special modo l’area vitata tra Sondrio e Castione (Sassella), il carico di uva quest’anno mediamente non risulta particolarmente elevato, e dove la peronospora è stata più aggressiva, anche sotto la media.

«Ciò non toglie - spiegano dalla Fojanini - che le aziende che sono riuscite a contenere i danni di peronospora, hanno un carico di uva buono e in qualche caso elevato». L’abbassamento delle temperature in atto e le previsioni meteo di tempo stabile con buone escursioni termiche dovrebbero essere positivi, soprattutto se accompagnati da vento da nord, garantendo così condizioni ideali sia per la maturazione (maturazione tecnologica e composti fenolici ecc.) che per la sanità delle uve , «condizioni a cui non eravamo abituati ormai da diversi anni» concludono dalla Fojanini.

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