Maltempo e concorrenza dall’estero: per il miele un’annata da dimenticare

L’allarme di Coldiretti Sondrio: “Pesa la vendita di prodotti a prezzi stracciati”

Importante produzione anche in Valtellina, il miele italiano soffre a causa dell’import di prodotti stranieri di bassa qualità e a prezzi stracciati e dei cambiamenti climatici.

A lanciare l’allarme, numeri alla mano, è la Coldiretti. «Nel 2023 sono arrivati in Italia oltre 25 milioni di chili di miele straniero - rileva l’associazione sondriese - a fronte di una produzione nazionale stimata in 22 milioni di chili che ha risentito degli effetti del clima». Il prezzo medio del prodotto importato dai Paesi extra Ue è stato di 2,14 euro al chilo con il caso del miele cinese venduto a un euro al kg. «Quantitativi a prezzi stracciati - continua Coldiretti – finiti nel mirino di un’indagine della Commissione Ue che ha fatto analizzare una quota di campioni di miele importato, riscontrando che nel 46% dei casi non è conforme alle regole comunitarie, con l’impiego di sciroppi zuccherini per adulterare il prodotto, aumentarne le quantità e abbassarne il prezzo e l’uso di additivi e coloranti per falsificare l’origine botanica».

In provincia di Sondrio ci sono 350 apicoltori con seimila alveari. La produzione ammonta a 780 quintali l’anno

Una concorrenza insostenibile ai danni dei 75mila apicoltori nazionali, tra cui i 350 della provincia di Sondrio, con 1,6 milioni di alveari (6mila in Valtellina per una produzione media di miele che ammonta a circa 780 quintali all’anno) già alle prese con l’aumento dei costi di produzione in un’annata resa difficile dai cambiamenti climatici. Ai danni causati dal maltempo si sono aggiunti quelli della siccità, che ha penalizzato le fioriture, e del caldo anomalo di questo inverno, con le api “ingannate” e spinte ad uscire dagli alveari senza però trovare i fiori. Così i produttori sono costretti ad intervenire con alimentazione zuccherina, per sostenere le famiglie di api, che rischiano perdite consistenti. A tutto ciò si è aggiunta l’esplosione dei costi dei vasetti di vetro, delle etichette, dei cartoni e del gasolio. Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, il suggerimento di Coldiretti è di verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica.

«Attraverso l’acquisto diretto del miele dagli apicoltori italiani si sostiene il presidio del territorio e la presenza di una sentinella importante della qualità dell’ambiente e della biodiversità quale è l’ape - osserva il presidente di Coldiretti Sondrio, Sandro Bambini -. Occorre anche che in Europa venga introdotto il principio di reciprocità affinché tutto il miele che entra nel nostro Paese rispetti le stesse regole in materia di sicurezza alimentare, qualità e rispetto dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori che vigono in Italia».

Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni ogm, è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. La parola Italia deve essere presente per legge sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale, mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della Ue” indicando il nome dei Paesi; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della Ue” con il nome dei Paesi.

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