Economia / Sondrio e cintura
Mercoledì 25 Giugno 2014
Made in Valtellina
Tra gli industriali
c’è voglia di fiducia
«Prodotti belli, buoni e di altissima affidabilità» - Il presidente Galbusera indica i modelli da seguire
La crisi non è finita, basta guardare i dati: il 2013 in Valle ha fatto segnare meno 2,6% di produzione industriale, contro la media lombarda dello 0,1%. Ma bisogna «cogliere i segnali di fiducia e rilanciarli», anche nelle difficoltà, «non per superficialità, ma perché noi imprenditori siamo portati per natura a costruire e abbiamo il dovere di seminare fiducia e farla crescere».
Così il presidente di Confindustria Sondrio Cristina Galbusera ha aperto ieri il suo intervento all’assemblea annuale dell’associazione di categoria, la prima nella nuova sede di piazza Cavour: una «casa delle imprese», ha detto Galbusera, che è insieme «un importante segnale per un territorio che, come molti altri, appare provato dalla difficile congiuntura» e un luogo «dalla forte carica simbolica», nel centro della città per mostrare che «l’industria si pone come pilastro irrinunciabile per lo sviluppo economico locale e il rilancio dell’occupazione».
Parlare di fiducia, di futuro, di rilancio secondo Galbusera non è mettere la testa sotto la sabbia o fingere di non vedere «la performance di produzione industriale assai negativa» con cui la provincia ha chiuso il 2013, i problemi creati dalla burocrazia, il peso delle imposte su imprese e lavoratori. «Sono consapevole di tutto questo e non desidero dimenticarlo - ha detto il presidente di Confindustria -. Tuttavia, se vogliamo ripartire abbiamo bisogno di una forte dose di fiducia. Chi semina pessimismo, chi si focalizza solo sulle cose che non vanno, distrugge fiducia. Noi imprenditori dobbiamo avere un atteggiamento diverso. Dobbiamo chiederci cosa possiamo fare noi, prima degli altri, per cambiare le cose. E cogliere i segnali positivi che, anche in questi anni duri, non sono mai mancati». Per ripartire, dunque, per la presidente dell’associazione di categoria bisogna «rimettere l’industria al centro». «Non possiamo accettare - ha detto - una valle musealizzata, dove i capannoni sono visti come fumo negli occhi. Chi ragiona così non sa, o finge di non sapere, che un posto di lavoro nell’industria ne genera altri due o tre nell’indotto artigiano e dei servizi, con un moltiplicatore di reddito che incrementa la propensione al consumo».
Ma l’industria della provincia di Sondrio non può essere un’industria “qualunque”, secondo Galbusera: per l’associazione di categoria il pilastro su cui costruire il futuro è il concetto di qualità.
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