Economia / Sondrio e cintura
Giovedì 21 Aprile 2016
Lo sciopero dei metalmeccanici: alta adesione anche in provincia
Per la giornata di ieri Fim, Fiom e Uilm unitariamente hanno proclamato lo sciopero generale di quattro ore «a sostegno di un rinnovo contrattuale dignitoso, sia per quanto riguarda la parte normativa, sia per quella economica».
Otto tute blu su dieci nelle grandi aziende hanno incrociato le braccia. I metalmeccanici del settore industria ieri hanno scioperato in segno di protesta e questa volta questa volta lo hanno fanno insieme. Per la giornata di ieri Fim, Fiom e Uilm unitariamente hanno proclamato lo sciopero generale di quattro ore «a sostegno di un rinnovo contrattuale dignitoso, sia per quanto riguarda la parte normativa, sia per quella economica».
L’iniziativa non ha riguardato gli stabilimenti che applicano il contratto della piccola media industria – in Valtellina e Valchiavenna ce ne sono alcuni di una certa importanza - e secondo i dati diffusi dalle organizzazioni dei lavoratori, l’adesione allo sciopero in provincia e riferito alle grandi industrie dove si è avuto modo di svolgere le assemblee sindacali - in un arco di tempo di dieci giorni - si attesta attorno all’85%.
Ecco alcuni esempi: secondo le organizzazioni delle tute blu, al Nuovo Pignone di Talamona e alla Evapco di Piateda si sfiora il 100%, alla Siderval Talamona si registra l’85%, alla Carcano di Delebio, alla Ring Mill di Dubino e alla Fic di Mese l’80%.
Una risposta importante da parte dei lavoratori, ai quali vanno i ringraziamenti dei segretari generali provinciali della Fim, Fiom e Uilm.
«Sapevamo benissimo di richiedere un grande sforzo e lo chiedevamo anche a nome di chi lavora in aziende nelle quali, anche se siamo nel XXI secolo, il diritto a scioperare può ancora rappresentare un motivo di discriminazione», rilevano Marina Pensa (Fiom), Davide Fumagalli (Fim) e Piero Greco (Uilm). Nelle iniziative sindacali ultimamente se ne parla spesso: a volte da parte dei funzionari e dei delegati c’è la sensazione di non poter svolgere liberamente il proprio lavoro in varie realtà produttive.
«Uno sciopero che si è reso necessario per tentare di superare il rigido atteggiamento tenuto dalle controparti, in questo caso stiamo parlando di Federmeccanica e di Assistal, che a seguito della trattativa durata sei mesi non è cambiato di un millimetro nella propria posizione iniziale proponendo “zero” aumento salariale per il 95% dei lavoratori e delle lavoratrici del settore».
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