«L’industria valtellinese è in salute»
Confindustria Lecco e Sondrio certifica la ripresa nel secondo semestre dell’anno che si è chiuso. Positive anche le aspettative per il futuro - La propensione ai mercati stranieri dipende dalle dimensioni aziendali.
Una nuova conferma, sullo stato di salute delle imprese lecchesi e valtellinesi: le condizioni sono in costante miglioramento, sia tendenziale che congiunturale. La strada della ripresa è dunque imboccata, come hanno rilevato – dopo la Camera di Commercio di Lecco – i Centro studi di Confindustria Lecco e Sondrio e di Unindustria Como.
L’appuntamento con l’Osservatorio congiunturale relativo al secondo semestre 2017 si è dunque confermato, per la positività delle informazioni che sono state rilevate a partire dagli indicatori principali presi in considerazione, quelli relativi a domanda, produzione e fatturato, che sotto il profilo tendenziale (il raffronto con la seconda metà del 2016) hanno evidenziato una variazione media del +5,4%. A livello congiunturale (confronto con il primo semestre 2017) si rileva invece un +2,2% medio.
Nel dettaglio della domanda lecchese e sondriese (tendenziale +5,1%, congiunturale +1,5%), le ipotesi del primo semestre 2018 si attestano in media a +4%. In scia con la domanda resta l’attività produttiva, facendo segnare rispettivamente crescite di 4,3 e 3,7 punti. Positivo anche il grado di utilizzo degli impianti, che nel secondo semestre 2017 è stato pari al 75,8%. Anche nel caso delle previsioni per i primi sei mesi del 2018 è indicata crescita (+2,9%).
Anche le vendite risultano in aumento per le imprese di Lecco e Sondrio, per le quali l’indicatore associato al fatturato risulta in crescita sia sul fronte tendenziale (+3,9%), sia sul versante congiunturale (+1,7%). Positive anche le aspettative (+4%). I due territori sono accomunati a Como per quanto riguarda la struttura geografica dei mercati serviti, a conferma della marcata vocazione all’internazionalizzazione del campione: il 30,5% del fatturato è relativo al mercato estero, con ruolo centrale rivestito dall’Europa Occidentale e dell’Est, dai Brics (Brasile · Russia · India · Cina · Sudafrica) e dagli Stati Uniti. I giudizi sull’andamento delle vendite nel trimestre ottobre-dicembre 2017 risultano prevalentemente improntati alla crescita, sia per quanto riguarda il mercato nazionale (41,1%), sia nei confronti dell’export (48,6%).
Diversa la propensione ai mercati stranieri a seconda delle dimensioni aziendali: quelle maggiormente attive nel commercio internazionale (dove si concentra quasi il 51% del fatturato) sono quelle con oltre 50 occupati. Primeggiano, in questa voce, le imprese metalmeccaniche (36,1%) e tessili (31%).
Venendo al credito, i Centro Studi non hanno rilevato particolari criticità rispetto ai rapporti tra imprenditori ed istituti di credito. Registrate condizioni stabili per l’82,7% del campione, un peggioramento per l’8,3% mentre una situazione più favorevole per il restante 9%. In relazione invece alla maggiore concessione di credito, la stabilità è indicata dal 69,6% delle imprese, mentre il 23,4% ha notato una maggiore apertura.
Ultimo capitolo, l’andamento occupazionale, con il 64,5% degli intervistati a evidenziare una situazione stabile, mentre il 27,1% ha segnalato una crescita della forza lavoro. Solo l’8,4% ha diminuito i propri livelli. Un andamento, questo, che trova corrispondenza nelle previsioni da qui al prossimo mese di giugno.
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